L'Italia non rispetta la direttiva comunitaria sulla riduzione e prevenzione dell'inquinamento (IPPC - 2008/1/CE). Lo ha stabilito una sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, secondo cui il nostro Paese è venuto meno agli obblighi della direttiva, non avendo adottato le misure necessarie affinché le autorità competenti controllino, attraverso autorizzazioni rilasciate a norma, e mediante il riesame e l'aggiornamento delle prescrizioni, che gli impianti esistenti funzionino secondo i requisiti imposti dalla direttiva in questione. Essa ha per oggetto la prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento proveniente da un'ampia gamma di attività industriali ed ha l'obiettivo di proteggere l'ambiente nel suo complesso. Gli Stati membri dovevano adottare le misure necessarie affinché le autorità competenti vigilassero, mediante autorizzazioni, affinché entro il 30 ottobre 2007, gli impianti esistenti funzionassero secondo i requisiti della medesima direttiva. L'Italia ha adottato il decreto legge n. 180/2007, che ha prorogato al 31 marzo 2008 il termine per l'adeguamento degli impianti esistenti alle disposizioni della direttiva IPPC; ma la Commissione Europea ha constatato, dai dati trasmessi dall'Italia, che molti degli impianti esistenti erano in funzione senza essere dotati dell'autorizzazione. (...)
È dappertutto, è disgustosa, nuoce gravemente alla salute, eppure non possiamo vivere senza. La sporcizia, fedele compagna della sviluppo e del progresso umano, può sembrare un tema inadatto o provocatorio per una mostra: ma Dirt, the filthy reality of everyday life (Sporco, la sozza realtà della vita di tutti i giorni), l' esibizione che ha aperto in questi giorni alla Wellcome Collection, è rapidamente diventato lo show più chiacchierato, visitato e discusso di Londra. Misto di arte e scienza, suddiviso in oltre duecento testimonianze tra quadri, sculture, poster, film, è un viaggio impressionante nella storia del lerciume. Si parte visitando virtualmente sei luoghi: una casa del 17esimo secolo in Olanda, una strada della Londra vittoriana, un ospedale di Glasgow nel 1860, un museo dell' igiene a Dresda nel 1930, una baraccopoli nella New Delhi odierna e una discarica di rifiuti nella New York del prossimo futuro. (...)
Brutte notizie dall'Indonesia. Greenpeace ha ottenuto una copia del progetto di moratoria, e i dati mostrano che l'ultima bozza della proposta non farà molto per proteggere le aree a rischio,
La prima edizione della conferenza Il clima che verrà, che si è svolta giovedì 24 marzo 2011 nell’Aula Magna dell’ Università degli Studi di Milano, ha ottenuto un grande successo grazie anche all’elevata qualità delle relazioni proposte dai qualificati rappresentanti del mondo accademico, della ricerca e dei media. La manifestazione è stata promossa da ZeroEmission, il grande network sulle energie rinnovabili, il clima e la sostenibilità ambientale di Artenergy Publishing, con la consulenza scientifica di Vincenzo Ferrara dell’ Enea e di Claudio Smiraglia, del Dipartimento di Scienze della Terra Ardito Desio dell’Università degli Studi di Milano. (...)
Efficienza delle risorse, biodiversità e migliore attuazione delle normative europee. Sono queste le priorità delineate dal commissario all'Ambiente Ue Janez Potocnik nel corso del suo intervento a Palazzo Madama di fronte alle commissioni congiunte XIII e XIV del Senato e VIII e XIV della Camera. "Abbiamo bisogno di crescita, ma deve essere crescita di qualità. Nel 20esimo secolo la popolazione mondiale è cresciuto quattro volte e la produzione economica 40 volte. Abbiamo aumentato il nostro utilizzo di combustibili fossili di 16 volte, la pesca di 35 e l'uso di acqua di 9. Questo tipo di crescita è chiaramente non sostenibile", ha detto il commissario Ue secondo cui c'è bisogno, dunque, "di una visione di lungo termine", rivolta al 2050, "che ci dia una prospettiva per cambiare radicalmente il modo di produrre e consumare. (...)
Proteggere la biodiversità di un territorio non significa eliminare a priori uno sfruttamento sostenibile delle sue risorse. Lo sostengono due ricercatori dell’Università del Michigan e un loro collega dell’Università dell’Illinois,