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Recensione: Come mangiamo

COME MANGIAMO
Le conseguenze etiche delle nostre scelte alimentari

di Peter Singer e Jim Mason, Il Saggiatore, pp. 382, Euro 20,00


Dopo Animal Factories del 1980, una delle prime denunce rigorosamente documentate dell’orrore degli allevamenti intensivi, i due autori da tempo impegnati nella denuncia della condizione degli animali nella nostra società tornano con questo volume a farci scoprire cosa si cela dietro le nostre scelte di consumatori per indurci a riflettere su ciò che significa essere “ingranaggi”, per lo più inconsapevoli, di una macchina che che stritola i diritti animali, gli interessi dei produttori, l'ambiente in cui viviamo, il destino di alcuni paesi.

Il volume evidenzia la necessità di conoscere sempre meglio le modalità attraverso cui gli alimenti sono prodotti, al fine di attuare anche in campo agroalimentare delle scelte razionali ed etiche.

In particolare, come per le altre innovazioni tecnologiche, se da un lato il tipo di sviluppo attuato in agricoltura in questi ultimi anni, improntato soprattutto all’esasperata ricerca del massimo profitto, ha consentito di massimizzare la produttività dei fattori della produzione, dall’altro non è sempre stato in grado di garantire sia un’equa ripartizione delle produzioni tra le diverse aree del pianeta, sia modalità di produzione compatibili con l’esigenza di salvaguardare l’ambiente e lo sviluppo sostenibile del territorio rurale.

Nei paesi occidentali prezzo, confezione e messaggi pubblicitari sono perlopiù i fattori principali che determinano le scelte alimentari di milioni di individui: la maggior parte delle persone ignora che banali acquisti quotidiani possono avere un impatto devastante sull'ecosistema, sulle condizioni di lavoro nelle fabbriche e sul trattamento riservato agli animali negli allevamenti intensivi. Scopo del volume è proprio quello di accompagnare criticamente il lettore nella conoscenza del complicato mondo degli alimenti, per aiutarlo a compiere scelte dettate non solo dall’economia ma anche dall’etica.

Per illustrare concretamente le conseguenze etiche e sociali di tali scelte, i due autori accompagnano a fare la spesa e si siedono alla stessa tavola di tre famiglie campione: la prima, in Arkansas che segue la "dieta americana standard" (carne e patate, spesa dal colosso Wal-Mart e uscite da McDonald's), la seconda del Connecticut formata da "onnivori coscienziosi", attenti al biologico e al commercio locale; l'ultima di vegetariani del Kansas (che non mangiano nessun prodotto di origine animale).

L'indagine sulle tracce di tutti gli alimenti in questione ha riservato diverse sorprese e non poche difficoltà per l'omertà, a volte, delle multinazionali. C'è un motivo se il prezzo dei gamberi e del salmone continua a diminuire, anche se l'industria alimentare si guarda bene dal diffondere informazioni su tanti aspetti della nostra catena alimentare (pesce e bestiame stipati in gabbie anguste, imbottiti di antibiotici poi restituiti all'ambiente, prelevati in massa dai paesi poveri per nutrire l'Occidente e trasportati su mezzi altamente inquinanti).

Singer e Mason smontano, pezzo per pezzo, la “macchina alimentare” statunitense e mostrano quanto poco affidabili siano i certificati di qualità delle etichette, rivelando da dove proviene il cibo e come è stato lavorato e se sia davvero una soluzione acquistare cibo biologico o abbracciare una dieta vegetariana o vegana.
Ne derivano così (anche per noi consumatori d’oltreoceano) suggerimenti utili per scegliere prodotti più sani, ecologici e che causino meno sofferenza possibile ad altri esseri viventi.

Un racconto, un coraggioso atto di accusa, un'indagine sul campo e una miniera di conoscenze cui attualmente (e non solo negli USA) è vietato l'accesso.


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