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Ambiente

Recensione: Italia 2020 - Energia e ambiente dopo Kyoto

ITALIA 2020 – Energia e ambiente dopo Kyoto

a cura di P. degli Espinosa, Edizioni Ambiente, 2006, pp. 281, Euro 20,00


Il rinnovamento energetico è una grande opportunità per l’Italia. Le ragioni di una svolta in senso sostenibile del nostro sistema energetico sono note da anni, ma assumono oggi un’importanza cruciale per due eventi concomitanti: da una parte la limitata offerta di petrolio, che nonostante i prezzi alle stelle stenta a tenere il passo con la crescente domanda asiatica, e dall’altra il rischio di rottura degli equilibri climatici, in buona parte causati proprio dall’elevato consumo di petrolio, anche sotto forma di carburante. Quale direzione scegliere per uscire dalla dipendenza dall’oro nero?

Il volume di Paolo Degli Espinosa, responsabile del settore energia del ISSI e membro del comitato scientifico di Legambiente, traccia gli scenari possibili di un cambiamento non più rinviabile.

Da un lato vengono analizzate le fonti energetiche, evidenziando il ruolo e le potenzialità di sviluppo delle rinnovabili, con un particolare focus sull'idrogeno. Dall'altro si considerano gli "usi finali", individuando i settori dove più è necessario intervenire. E ovviamente in primo piano ci sono i settori più "energivori", quelli dei trasporti e dell'edilizia, dove più profonda dovrà essere la trasformazione.

Occorre dare vita a un’industria italiana delle fonti rinnovabili con un energico e strategico impegno nel settore, per arrivare nel 2020 a un raddoppio del loro contributo alla produzione di elettricità. Parallelamente va promossa e sostenuta la ricerca tecnologica, in grado di trasformare l’Italia da tradizionale importatore di combustibili fossili in esportatore di prodotti e servizi, anche sui nuovi mercati.

 

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Recensione: Un pianeta senz'acqua

UN PIANETA SENZ’ACQUA

di F. Pearce, Il Saggiatore, 2006, pp. 367, Euro 22,00


Fiumi che s'insabbiano, mari e laghi interni che si asciugano sono fenomeni sempre più frequenti. I fiumi, scorrendo, si restringono e muoiono, invece di allargarsi e sfociare nei mari o negli oceani come facevano una volta.

Nilo, Fiume Giallo, Indo, Colorado, Rio Grande, Gange: tutti questi fiumi si stanno trasformando in sabbia, a volte a centinaia di chilometri dal mare. Prese una per una sono storie interessanti, ma nel loro insieme configurano qualcosa di peggio: una sorta di cataclisma si sta abbattendo sui fiumi del pianeta.

Nel 2025 tre miliardi di persone si troveranno a fronteggiare siccità croniche e lo spettro di guerre per l’acqua. Una situazione drammatica, di cui solo pochi si preoccupano. Che cosa sta succedendo?

Il giornalista inglese Fred Pearce, da sempre impegnato sul fronte della salvaguardia dell’ambiente, ha toccato trenta nazioni del mondo per documentare questa drammatica situazione e per indagare i motivi della crisi idrica.

Le cause sono molteplici: fra queste gli sprechi, una serie di progetti ingegneristici sbagliati, le colture ad alto rendimento che hanno salvato una generazione dalla carestia ma ora stanno causando una progressiva desertificazione.

Veniamo così a scoprire che India, Cina e Pakistan per irrigare le loro colture consumano da soli metà dell'acqua della terra. Che i pozzi si moltiplicano dappertutto. Che la Libia, con 3500 chilometri di tubi grossi come gallerie della metropolitana, sta risucchiando l'acqua della falda fossile sahariana, la più grande della terra. Mentre le zone paludose africane, asiatiche o sudamericane vengono bonificate e destinate all'agricoltura senza alcun criterio.

 

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Recensione: I signori del clima

I SIGNORI DEL CLIMA

di T. Flannery, Corbaccio, 2006, pp. 395, Euro 19,60

 

Che cosa significa l'espressione "cambiamenti climatici"? In che modo il riscaldamento globale influenzerà la nostra vita? È questo la causa di uragani sempre più frequenti alternati a periodi di siccità? Il processo che si è messo in moto è inevitabile?

Sono domande urgenti e complesse a cui Flannery risponde con efficacia e chiarezza, inserendole nel contesto di una storia del clima che ha inizio milioni di anni fa e che negli ultimi decenni ha subito brusche alterazioni, inimmaginabili su periodi così brevi. Di fatto, la sempre più massiccia emissione di gas nell'atmosfera causata dall'uomo, sta accelerando il riscaldamento della Terra con conseguenze non prevedibili sulla vita del pianeta.

Tutti i paesi del mondo sono colpiti dal riscaldamento globale e al tempo stesso ne sono responsabili, seppure in misura diversa. Ma, soprattutto, gli uomini di tutto il mondo condividono la medesima situazione: siamo noi i "signori del clima" e il futuro della civiltà umana presente e futura è nelle nostre mani. Tim Flannery espone con chiarezza tutti gli strumenti di cui disponiamo per affrontare questo problema.

 

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Recensione; Il giallo della benzina solida

IL GIALLO DELLA BENZINA SOLIDA ININFIAMMABILE CHE RIDUCE I COSTI DEL 50%

di Salvatore Cosentino, Bonfirraro Editore, pp. 214, Euro 17,00


La benzina è un prodotto distillato dal petrolio greggio a una temperatura che si aggira fra i 60 e i 100°C. Da un litro di petrolio, solo il 10% diventa benzina dopo la prima semplice distillazione. Utilizzando le frazioni più pesanti (gasolio pesante e residui di distillazione) si possono ottenere molecole più piccole adatte ad essere usate come benzina, grazie ad un trattamento detto cracking attraverso il quale gli idrocarburi di maggior peso molecolare vengono frammentati in presenza di un catalizzatore.

La benzina è un prodotto altamente infiammabile (l'espressione “gettare benzina sul fuoco” rende immediatamente l'idea) e tutto ciò che ruota intorno a questo distillato del petrolio (interessi economici, geopolitici, industriali, ecc.) rende “scottante” il tema delle alternative al suo uso.

Sono questi interessi che hanno impedito la divulgazione della strabiliante scoperta dell’ing. Gaetano Fuardo (1878 – 1962) autore di quella formula “magica” atta a produrre la “benzina solida” ottenuta con un processo di gelatinizzazione e, dunque, da commercializzare in scatola come i detersivi. Si tratta di un prodotto - così è scritto sulla quarta di copertina di questo avvincente “romanzo storico”, come lo definisce il suo autore - che “galleggia in acqua come il sughero (e quindi non inquina i mari); evita gli incendi sugli aerei e su ogni altro mezzo che utilizza i carburanti; manda in pensione le petroliere e i distributori stradali” riducendo almeno del 50% il costo dei prodotti petroliferi.

Un manoscritto custodito in valigia, una formula chimica, una scoperta sensazionale che risolleverebbe le sorti del mondo, servizi segreti e intrighi internazionali. Questi ingredienti non sono quelli affascinanti di un film di Hitchcock, ma elementi reali e tangibili di una vicenda che sa di inverosimile ma che lascia l’amaro in bocca e molti pensieri gravidi di infiniti “perché”.

È un viaggio nella vita, nella storia di un ragazzo siciliano rimasto presto orfano ma che, dopo aver superato brillantemente gli studi intrapresi al Politecnico di Torino, si laurea in ingegneria chimica. Trasferitosi a Milano, mette a punto la sua invenzione verso la metà degli anni trenta: un procedimento che rende solidi e ininfiammabili i carburanti, con grande vantaggio per la sicurezza ed il trasporto.

Dopo aver collaborato per l’Inghilterra di Churchill (che gli offre un contratto per la cessione esclusiva del suo brevetto che Fuardo non accetta) nel 1939 parte per la Germania, dove il Fuhrer gli mette a disposizione una fabbrica per la produzione di benzina solida strategica per gli usi bellici, poi distrutta dai servizi segreti britannici.

Gli americani, servendosi dei documenti trafugati dalle loro truppe, costruiranno due impianti che saranno chiusi nel 1952. Nel 1953 collabora con la Francia: i primi “pezzi” di carburante sono paracadutati sull'Indocina ma, a causa di ritardi nelle forniture, poco dopo la Francia sospende il contratto.

Il Governo francese, per essersi reso inadempiente nei confronti del contratto stipulato con l'ingegnere italiano, fu costretto dal Consiglio di Stato a pagare un risarcimento di un miliardo di franchi agli eredi del Fuardo, visto che l'ingegnere morì in miseria in un ospizio vicino Roma qualche anno prima della conclusione della lunga vicenda giudiziaria.

Fuardo è stato schiacciato dalla sua stessa scoperta dimenticata o fatta dimenticare ma per la quale l'autore, documenti alla mano e pubblicati in appendice (e in parte consultabili sul suo sito http://www.scosentino.it/) vuole fare giustizia narrativa, attraverso la pubblicazione di una vicenda che passerà alla storia per aver sollevato tanti “perché” pesanti come macigni o, perchè no... come petroliere.

 



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Recensione: La creazione

LA CREAZIONE

di Edward O. Wilson, Adelphi, pp. 198, Euro 19,00


Darwin formula la sua teoria sull’origine delle specie in un periodo storico in cui si ignoravano ancora le leggi dell’ereditarietà (scoperte da Mendel), il codice genetico e lo stesso DNA, tutta la citologia e l’anatomia moderna, la fisiologia che studiano i nostri medici e, soprattutto, la vastissima e complicatissima biochimica cellulare. L’essere vivente ci appare oggi - sui nostri testi scolastici - come “una complessità irriducibile”, ovvero come un sistema che svolge un insieme di funzioni che non sono né prevedibili né incluse nei “pezzi” di cui è composto. La ragione rifiuta spiegazioni affidate al “caso”, in biologia così come in ogni campo dell’attività umana, e riconosce invece che il mistero, oggi, dopo tutte le scoperte scientifiche che conosciamo, si è fatto più fitto di prima. Si dice che solo lo 0,5% del DNA ci separi dalla scimmia: dove cercare allora la fonte del nostro linguaggio, della nostra intelligenza, dell’arte, della civiltà, dell’autoironia, della coscienza e del senso religioso, che ci fanno così diversi e così unici nell’Universo?

Interrogarci su di noi, essere umani, e sulla nostra “diversità” rispetto alle altre forme viventi che abitano la Terra - senza le quali non potremmo sopravvivere - significa riflettere sull'origine delle specie e, sempre di più, sulla loro evoluzione e sulla direzione che imprimeremo al futuro che condivideremo con loro.

Ma l'umanità, prigioniera della propria strategia arcaica della sopravvivenza a breve termine, è ancora troppo concentrata su se stessa e sui propri bisogni, e sta distruggendo la natura con la forza di un meteorite.

Entro la fine del secolo, metà di tutte le specie potrebbero essere definitivamente uscite di scena: la causa di questo inarrestabile declino della biodiversita' della Terra, spiega Wilson, é nel acronimo HIPPO, ovvero Habitat loss (perdita di habitat), Invasive species (specie aliene dannose, ovvero importate in alcune zone e che ne sostituiscono altre), Pollution (Inquinamento), Population (sovrappopolazione), Overharvesting (sfruttamento eccessivo mediante caccia pesca e raccolta). Non sfuggirà che questi fattori spesso si combinano, a volte sono uno conseguenza dell'altro e tutti sono riconducibili all'uomo.

Siamo alla fine del gioco e il più grande degli entomologi viventi, Edward Wilson, scienziato rigoroso e appassionato, ci porta per mano alla scoperta di ciò che molti di noi non sanno per ignoranza o fingono di non sapere: i costi materiali e spirituali per le generazioni future rischiano di essere sbalorditivi, ma a scongiurare tutto questo non bastano mere considerazioni utilitaristiche.

Per risultare realmente efficace, la strategia di conservazione deve tentare di collegare l'approccio razionale tipico della scienza con quello più emotivo e spirituale offerto da un risveglio generale delle coscienze in ogni parte del globo che coinvolga uomini di nazioni diversi per razza, condizioni di vita, pensiero, religione.

La religione, appunto. Non a caso Wilson utilizza l'escamotage narrativo di iniziare e condurre sino alla conclusione il suo libro nella forma di una lettera indirizzata a un immaginario uomo di chiesa, nella fattispecie un pastore della Chiesa Battista e lo invita a riporre le reciproche convinzioni sull'origine del pianeta in nome della sua salvezza. Un incontro al di qua della metafisica tra le forze più potenti del mondo d'oggi, religione e scienza.

Qual è il terreno comune di incontro? L'attenzione e la cura della vita, rammenta Wilson nel capitolo conclusivo, l'unico fine che possa giustificare una "santa"alleanza tra chi ritiene che Dio abbia creato il mondo e chi pensa che la vita è sorta da sola attraverso le mutazioni casuali e la selezione naturale di molecole codificanti l'informazione. Questo appello è l'essenza di un lucido e appassionato saggio che ha il pregio di rivolgersi insieme alla mente e al cuore degli uomini.
"Propongo di mettere da parte- suggerisce Wilson- ciò che ci separa per salvare insieme la Creazione. La difesa del vivente ha un valore universale. Non sorge da dogmi religiosi o ideologici né li promuove, ma serve gli interessi dell'intera umanità, senza discriminazioni".

Forse “La creazione” non servirà a convertire il reverendo cui e' indirizzata alla fede evoluzionista ma, se fosse adottato nelle scuole di ogni ordine e grado, potrebbe davvero fare...miracoli.

 

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Recensione: Ambiente urbano


AMBIENTE URBANO – Introduzione all’ecologia urbana

di Giuseppe Gisotti, Dario Flaccovio Editore, pp. 515, Euro 40,00


La popolazione mondiale che vive in aree urbane è decuplicata in un secolo e oggi rappresenta oltre il 50% della popolazione totale, con quasi 500 città che superano il milione di abitanti (negli anni ’50 erano meno di 20!). Il processo coinvolge sia il Nord che il Sud del mondo con la differenza che, nel Sud del mondo le città si stanno costituendo a ritmi rapidissimi, e quindi ancor più insostenibili, e in dimensioni eccessive, mentre nel Nord del pianeta le città si sviluppano invecchiando nella popolazione, depauperando il patrimonio di storia e integrazione sociale di cui erano ricche, aumentando l’intensità d’uso delle risorse naturali.

Nelle città risultano quindi amplificati i problemi ambientali legati a modelli di consumo non sostenibili. Il peggioramento della qualità della vita nelle città in termini di inquinamento atmosferico, acustico, di carenza di spazi verdi, di degrado diffuso, ha spinto molte famiglie a trasferirsi in cerca di ambienti più vivibili. La “città diffusa” (la “Endless City”, oggetto recentemente di un progetto di ricerca multidisciplinare coordinato da R. Burdett e D. Sudjic), risultato di questi processi, si estende ad intere regioni per effetto della crescita delle frange periurbane e della loro saldatura.

Quando si parla di regione urbana, tuttavia, non ci si limita ad indicare il tessuto edificato, per quanto esteso possa essere, ma un bacino di risorse vitali: il complesso sistema ambientale nel quale si svolgono la maggior parte dei cicli legati al metabolismo della città stessa, metabolismo basato su un elevato consumo di risorse per usi industriali, commerciali e per il sostentamento della vita e su un’elevata produzione di residui e sostanze di rifiuto che determinano una forte pressione sulle risorse territoriali e naturali.

Questo volume (che fa parte della collana Sigea che si propone di favorire la divulgazione scientifica dei principali temi della geologia ambientale e di stimolare la conoscenza del territorio nei suoi aspetti fondamentali) vuole mettere in evidenza come la pianificazione urbanistica e ambientale, sia per le città in declino che per quelle in rapida espansione, richieda con urgenza un significativo contributo delle scienze ambientali: ciò sia per assicurare una migliore qualità della vita che per contrastare la minaccia di eventi catastrofici.

Il primo passo naturalmente è affrontare il sistema urbano sotto l'ottica dei suoi cicli bio-geo-chimici, analizzando i flussi di energia e di materia (il cosiddetto metabolismo urbano) per poi passare alle analisi della geologia e della biogeografia delle città.

L'intento è quello di mostrare non solo la struttura e le funzioni di un ecosistema sui generis quale è quello urbano, ma anche i processi antropici che portano all'inquinamento, alle malattie, ai danni patiti dal sistema urbano, e i modi per ridurre, attraverso una politica degli spazi verdi, della tutela degli habitat, del risparmio energetico, della accorta gestione della mobilità urbana, il pesante impatto sui cittadini del loro stesso stile di vita. Il volume si pone infatti come obiettivo l'approccio ecologico alla città – non a caso il suo sottotitolo è “Manuale per lo studio e il governo della città” - poiché il tentativo di applicare le leggi dell'ecologia al complesso sistema urbano deve essere un modo per cercare di migliorarlo: un "approccio integrato tra gli aspetti socio-economici e quelli ambientali" deve trasformarsi in "azioni di governo", non solo in "azioni speculative".

In ragione di questo scenario, oggi, le politiche ambientali internazionali sono guidate dalla convinzione che sia impossibile raggiungere un modello di vita accettabile in assenza di collettività che si ispirino a principi di sostenibilità e hanno individuato nelle città “la più ampia unità in grado di affrontare inizialmente i molti squilibri … e al tempo stesso la più piccola nella quale i problemi possono essere risolti positivamente in maniera integrata, olistica e sostenibile” (Carta di Aalborg, 1994) riconoscendole un ruolo fondamentale nel processo di cambiamento degli stili di vita e dei modelli di produzione, di consumo e di utilizzo degli spazi”.



 

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