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Ambiente

Recensione: Grano o grane?

GRANO O GRANE – La sfida OGM in Italia

a cura di L. Colombo, Manni Editori, 2006, pp. 236, Euro 16,00


L’annuncio della ormai prossima immissione in commercio in America di grano geneticamente modificato da parte di una società leader in campo agrobiotecnologico ha destato preoccupazione ed inquietudini fra operatori e consumatori di tutto il mondo. In Italia, in particolare, dove la filiera del frumento è centrale per la produzione di tanti nostri alimenti tipici (pane, pasta, pizza, prodotti di pasticceria, ecc.) ed il grano è elemento imprescindibile nella cultura e nella filosofia alimentare nazionale, il grano geneticamente modificato rischia di diventare problema destabilizzante per l’opinione pubblica e per un mondo politico di solito scientificamente inadeguato alla comprensione delle innovazioni tecnologiche.

Questo volume, promosso dal Consiglio dei Diritti Genetici (organizzazione scientifica e culturale volta ad analizzare in un’ottica multidisciplinare l’impatto sociale e ambientale nelle biotecnologie) prendendo spunto dal grano transgenico intende aprire lo sguardo del lettore sul mondo dei sistemi agroalimentari e dell’industria biotech, evidenziandone gli attori, i meccanismi, le dimensioni e le logiche.

 

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Recensione: Ogm - minaccia o speranza?

OGM: MINACCIA O SPERANZA?

a cura di G. Crepaldi e G. Miranda, Edizioni Art Roma, pp. 315, Euro 18,00


Questo volume raccoglie gli atti di un convegno promosso a novembre del 2003 dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace che ha visto confrontarsi scienziati e ministri, teologi e specialisti sul tema degli organismi geneticamente modificati e del loro impiego in agricoltura.

Ne deriva un volume che, pur ricco di dati, non consente di fornire una risposta univoca all’interrogativo posto nel titolo e che, come si evince dall’indice dei temi affrontati, spazia dalle problematiche dell’alimentazione mondiale al commercio internazionale, dalla sicurezza ambientale e sanitaria alle prospettive etiche secondo l’ottica cattolica.

In questo senso il testo è l’ultimo, in ordine cronologico, dei documenti riguardanti le biotecnologie pubblicati da un organismo della Santa Sede: nel 1999 la Pontificia Accademia per la Vita aveva pubblicato uno studio dettagliato su “Biotecnologie vegetali ed animali”, seguito poi nel 2001 da un rapporto su ”Le piante geneticamente modificate per la produzione di cibo” a cura della Pontificia Accademia delle Scienze.

 

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Recensione: La rivoluzione post-genomica

LA RIVOLUZIONE POST-GENOMICA - Manipolazioni geniche dell’uomo, degli animali e delle piante

di G. Mangiarotti, Ediz. Il Capitello Torino, 2005, pp. 384, Euro 24,00


Giorgio Mangiarotti è una poliedrica figura di scienziato a tutto tondo che riesce a fondere in questo volume la sua esperienza di biologo molecolare (ma al tempo stesso di medico, giornalista e soprattutto di professore universitario sia in USA che in Italia) affrontando un tema complesso, controverso e affascinante.

Ciò che caratterizza questo trattato è soprattutto l’informazione di “prima mano” che deriva dalla lunga frequentazione dell’autore con i massimi ricercatori americani ed internazionali, tra cui numerosi premi Nobel, con i quali ha collaborato alla nascita di un settore della biologia molecolare che ha rivoluzionato negli ultimi trent’anni la Biologia, la Medicina, l’Agraria e la Zootecnia a livello mondiale.

Un testo ad altissimo livello universitario quindi, ma che vuole anche farsi comprendere, con uno stile divulgativo originale, ad un pubblico non specialistico avido di conoscenze su temi scientifici in una società dove, troppo spesso, prevale un “pressappochismo” dell’informazione.

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Recensione: I semi del futuro

I SEMI DEL FUTURO

di S. M. Francardo, Edilibri Milano, pp. 175, Euro 11,36


Sottotitolo di questo interessante volume è “Riflessioni di un medico sui cibi transgenici” che chiarifica le motivazioni che hanno spinto l’autore, da anni impegnato nello studio della qualità alimentare per la prevenzione delle malattie, ad interrogarsi sulle promesse che la moderna agroindustria di trasformazione dei cibi ci ha fatto sul futuro della nostra alimentazione.

Ben argomentato e documentato il volume si rivolge a tutti coloro che vogliano approfondire meglio la comprensione dei cibi transgenici e dei loro effetti sulla salute, sulla società, sull’ambiente ed in particolare a studenti ed educatori, consumatori e agricoltori, medici e scienziati interessati a travalicare le barriere specialistiche che limitano troppo spesso una visione a 360° delle problematiche umane.

 

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Recensione: La terra come placenta

LA TERRA COME PLACENTA – Testamento di uno scienziato umanista

di Giovanni Haussmann, Libreria Editrice Fiorentina, 2005, pp. 111, Euro 9,00

 

L’agricoltura è frutto dell'interazione fra elementi naturali (oggetto di studio dell’ecologia) e le espressioni di civiltà dell' uomo, nelle diverse epoche. Tale risultante, forse unica nei settori delle attività umane per complessità di aspetti che interagiscono, è anche lo specchio più limpido del livello di consapevolezza che l'uomo ha del rapporto con il mondo biologico e della sua appartenenza e dipendenza dai cicli naturali dai quali egli trae vita fisica e spirituale.

Per Giovanni Haussmann il rapporto che ogni società stabilisce nei confronti della 'terra' è anche il miglior indicatore del livello di civiltà da essa raggiunto.

Agronomo e storico dell'agricoltura di fama mondiale, nato in Russia nel 1906, Haussmann fu direttore della Stazione sperimentale di Praticoltura, oggi Istituto sperimentale per le colture foraggere dal 1948 fino al 1978. Dedicò gli ultimi anni della sua vita alla stesura di scritti in cui delineò con forza la necessità di una rifondazione dei valori che governano la società per garantire che lo sviluppo dell'agricoltura non si ponga in rotta di collisione con la terra, con la sua fertilità.

Haussmann, nel suo testamento di scienziato e di storico dell'agricoltura, un vero e proprio modello di epistemologia dell'ecologia, riconosce che sul piano materiale la gerarchia delle finalità umane contempla sempre, al primo posto l'utile individuale: per questo in una società materialista non è possibile attendersi dall'uomo un comportamento razionale e rispettoso della natura, perché gli individui saranno guidati da mille interessi più diversi, con priorità assoluta rispetto a finalità superiori di cui pure sarebbero beneficiari.

Se dunque si vuole un capovolgimento radicale del processo di degradazione della terra, bisogna rivolgersi ai moventi morali e all’evoluzione culturale che l’umanità deve intraprendere: un messaggio sempre attuale sul quale Haussmann ci invita a meditare, indicandoci strade nuove ed originali.

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Recensione: Le mele di Chernobyl sono buone

LE MELE DI CHERNOBYL SONO BUONE – Mezzo secolo di rischio tecnologico

di G. Sturloni, Sironi Editore, 2006, pp. 270, Euro 16,00


Il volume di Giancarlo Sturloni - responsabile del progetto del Master in Comunicazione della scienza della Sissa di Trieste e docente del corso di Comunicazione del rischio - procede su un doppio binario: quello degli eventi che negli ultimi 50 anni hanno reso drammaticamente evidenti al mondo intero i rischi per l'ambiente e la salute connessi allo sviluppo tecnologico e quello dei comportamenti di chi si è trovato coinvolto, volente o nolente, nelle situazione di rischio, di chi ha gestito la comunicazione al pubblico, di chi ha deciso e di chi ha subito, di chi ha preso parte alla negoziazione delle scelte e di chi, invece, è stato deliberatamente tenuto fuori.

Con l’ausilio di un’attenta ricostruzione storica, basata su fonti bibliografiche solide e ben documentate, l’Autore chiama in causa scienza e tecnologia e costringe a fare i conti con le nuove implicazioni di tipo etico, sociale, politico ed economico che la “società del rischio” oggi sempre più deve saper affrontare.

La prospettiva storica fornita nel libro e la riflessione che ne viene fuori potrebbero impedire di ripetere gli errori fatti in passato. Cinquanta anni di convivenza con il rischio hanno insegnato, infatti, almeno una cosa: che non è possibile sottrarsi al confronto e al dialogo, e non si può rinunciare alla partecipazione di tutti al tavolo delle decisioni.

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