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Ambiente

Recensione: Ecosatira

ECOSATIRA

di R. Borroto Galbes, 2003, Alberto Perdisa Editore, pp.225, Euro 10,00


Il disegnatore cubano con le sue vignette dal gusto amaro, ci presenta un quadro acuto del rapporto dell’uomo con il suo ambiente: cinismo e corruzione sono spesso i sentimenti che, con umorismo funereo, con sarcasmo macabro vengono fuori dalle tavole di Borroto Galbes. Lo scopo non è solo far ridere ma soprattutto far pensare ai nostri comportamenti, più o meno inconsapevoli, attraverso uno strumento che non si affida alla parola, alla logica ma al disegno, lingua universale.

La scuola é quella dei vignettisti sudamericani, il cui caposcuola è certamente Quino (quello di Mafalda) ma qui a parlare sono soprattutto gli alberi, giganti fragili che ci fanno riflettere sui nostri comportamenti distruttivi non solo riguardo la natura ma anche rispetto ai nostri sogni.

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Recensione: Bilancio Terra

BILANCIO TERRA - Gli effetti ambientali dell’economia globalizzata

di L. Brown, J. Larsen, B. Fischlowitz-Roberts, 2003, Edizioni Ambiente, pp. 238, Euro 19,80


Lester Brown, uno dei più autorevoli analisti ambientali mondiali, fondatore del Worldwatch Institute (il primo a pubblicare un rapporto annuale sullo stato dell’ambiente nel mondo) ed ora del Earth Policy Institute, evidenzia in questo volume i costi economici che il degrado ambientale causa ad alcuni Paesi. Desertificazione, depauperamento delle risorse idriche, distruzione delle foreste e sfruttamento incontrollato del suolo stanno causando in varie parti del mondo danni difficilmente riparabili anche a costo di politiche economiche mirate: i paesi africani limitrofi al Sahara, il Kazakistan, l’India e soprattutto la Cina stanno già pagando dei prezzi altissimi per il degrado del patrimonio naturale.

Ma il libro, com’è nello spirito dell’autore, vuole anche lanciare dei segnali di speranza: tecnologia, risparmio ed efficienza possono essere gli ingredienti perché il futuro non debba essere per forza un quadro a tinte fosche.

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Recensione: Sviluppo sostenibile

SVILUPPO SOSTENIBILE - Origini, teoria e pratica

di F. La Camera, 2003, Editori Riuniti, pp. 412, Euro 18,00


L’autore, già direttore generale del Ministero dell’Ambiente, riversa in questo volume tutte le sue conoscenze teoriche e pratiche sulle origini e sullo svilupparsi nel tempo del paradigma dello sviluppo sostenibile così come si è delineato a partire dalla Conferenza ONU di Stoccolma del 1972.

Attingendo ad una documentazione davvero molto ampia e all’esperienza diretta nelle più alte sedi internazionali, l’autore riassume nella prima parte la storia più che trentennale del concetto di “sviluppo sostenibile” per poi giungere ad un esame critico del recente Vertice ONU di Johannesburg e su come le istituzioni europee ed italiane cerchino di applicarlo concretamente. Nelle interessanti appendici vengono poi esaminati gli indicatori per misurare la sostenibilità e vengono chiariti i meccanismi della “governance” all’interno del sistema delle Nazioni Unite.

Un libro quindi utile per comprendere la realtà dei fatti, sempre più dominata da elementi di diritto ambientale, pressioni economiche e lobbying sui politici.

 

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Recensione: Atlante d'acqua

ATLANTE D’ACQUA - Conoscenze tradizionali per la lotta alla desertificazione

di P. Laureano, Bollati Boringhieri, 2001, pp. 424, Euro 77,47


La desertificazione (o per meglio dire la degradazione dei suoli) è un problema che attualmente interessa circa il 30% della superficie terrestre ed oltre 110 paesi ed è dovuta, oltre a cause naturali, principalmente ad un cattivo uso del territorio da parte dell’uomo che si esplicita in deforestazioni, sovraccarichi pastorali e pratiche agricole inadatte. Alle drammatiche conseguenze dirette sullo stato dei terreni (si pensi che negli ultimi decenni nel mondo è andato perduto l’equivalente dell’intera superficie coltivata degli Stati Uniti) si sommano poi la perdita di risorse e di biodiversità che questo processo comporta e le tensioni economiche, sociali e politiche che ne conseguono.

Per far fronte a questo enorme problema le Nazioni Unite hanno promosso alla Conferenza di Rio de Janeiro del 1992 una specifica Convenzione per la lotta alla desertificazione volta a contrastare un fenomeno noto peraltro da secoli.

Questo splendido volume, ricco di disegni e di bellissime fotografie, testimonia come le comunità locali in diverse parti del mondo, con semplici ma ingegnose tecniche tradizionali, siano riuscite ad adattarsi ad ambienti ostili: l’autore (architetto e urbanista, consulente UNESCO per le zone aride, la civiltà islamica e gli ecosistemi in pericolo) evidenzia come gli accorgimenti sviluppati siano strettamente integrati nel contesto socio-culturale del luogo.

L’approccio tecnocratico moderno ha cercato molto spesso di applicare una tecnologia standard a ogni tipo di situazione, causando così effetti distuttivi sulle risorse e ripercussioni fallimentari sul piano sociale.

La proposta dell’autore è volta a comprendere i molteplici intrecci tra fattori naturali e culturali che caratterizzano la ricchezza dei vari modelli di sviluppo locale elaborati dall’uomo nel suo convivere con l’ambiente. La soluzione del “problema acqua” sarà, probabilmente, nella costruzione di società sia rurali che urbane più coese ed integrate che sappiano trarre dalle esperienze del passato le basi per sviluppare in maniera creativa tecnologie durevoli in sintonia con i territori in cui vivono.

 

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Recensione: Debito ecologico

DEBITO ECOLOGICO

di M. Ortega Cerdà e D. Russi, EMI, 2003, pp. 94, Euro 7


Questo agile volumetto (curato dall’Osservatorio sul debito nella globalizzazione - Cattedra UNESCO per la sostenibilità della Università Politecnica della Catalogna) presenta in modo schematico alcuni capisaldi del cosiddetto “debito ecologico” che i paesi industrializzati del Nord del mondo hanno contratto nei confronti dei paesi poveri del Sud, depredandoli da secoli delle loro risors naturali e utilizzandoli attualmente come pattumiere di rifiuti tossici di tutti i tipi.

Il dibattito su questa problematica, nata negli anni ‘90 in America Latina, si è poi ampliato a tutti i continenti ed è stato oggetto di campagne da parte di alcune associazioni ecologiste anche al recente vertice di Johannesburg.

Si tratta di un libro per “militanti”, con tutti i limiti che questo comporta ma è anche un testo agile e ricco di spunti di riflessione per chi si accosta a queste problematiche con la curiosità del neofita.

 

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Recensione: L'ambientalista scettico

L’AMBIENTALISTA SCETTICO

di B. Lomborg, Mondadori, 2003, pp. 516, Euro 26


L’autore, professore di statistica all’Università di Aarhus in Danimarca ed ex membro di Greenpeace, con questa opera di “controinformazione” ha suscitato un vespaio di polemiche: additato come “traditore della causa” dal mondo ambientalista e scientifico e, all’opposto, esaltato come paladino del mondo imprenditoriale più cinico e restio a considerare l’ambiente qualcosa in più che un mucchio di materie prime a disposizione dei loro interessi.

Forse, ad un esame più freddo, il volume offre a tutti una rilettura più distaccata di quella che l’autore chiama la “litania” sul degrado ambientale, una sorta di atteggiamento mentale simile a quello dei catastrofisti dell’anno Mille, vaticinatori del giorno del Giudizio finale.

La sfida che l’autore ha sperimentato su se stesso e che poi ha posto al mondo scientifico è quella di “controllare se le sacre convinzioni sociali resistono alla prova dei fatti o sono dei semplici miti”, il che costituisce, dopo tutto, la finalità della ricerca, da Galileo in poi.

Così l’analisi di Lomborg si è concentrata sulle enormi quantità di dati statistici sul pianeta in circolazione: forse la mentalità da statistico di Lomborg ha finito per essere una sorta di deformazione professionale che spinge a considerare il “pollo a testa” di Trilussiana memoria segno di un ottimismo forse più sciocco che... scettico.

Il vero scetticismo, piuttosto, andrebbe esercitato sulla necessità di avere questa enorme pletora di dati per prendere delle decisioni che si potrebbero basare, probabilmente, solo su un po' di buon senso.

 

 

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