«Questa è Cina» dice un giovane impiegato del Royal Hotel di Boten, una cittadina lao. A meno di un chilometro dal confine con la Cina, ma pur sempre in Laos. «No, è Cina» riafferma deciso l'impiegato per controbattere l'obiezione.
The publication “Women’s and Children’s Rights: Making the connection,” a joint effort by the United Nations Population Fund (UNFPA) and the United Nations Children’s Fund (UNICEF), makes a case for linking the human rights of women to those of children. Today, these rights are still treated in an isolated manner, while there are actually practical arguments for considering them together, in particular because many human rights violations against women directly affect children and vice versa. (...)
Vittorio Arrigoni è arrivato a Gaza tre anni fa con la prima missione pacifista della Flottiglia e da allora, tranne brevissimi periodi, è sempre rimasto nella Striscia divenendone a tutti gli effetti "un cittadino".
L’8 di aprile si celebra il “Romano Dives”, la Giornata Internazionale del popolo Rom, in ricordo del primo congresso mondiale dei Rom svoltosi a Londra nel 1971. Quel congresso stabilì, come denominazione ufficiale della nazione Romanì il nome “Rom”, letteralmente “uomo” o “popolo degli uomini”, inclusivo di tutti i gruppi variamente denominati e presenti nel mondo (Sinti, Manouches, Kalderash, Lovara, Romanìchéls, Vlax, Domari, Nawar, ecc..). Quel giorno si scelse come inno nazionale “Djelem Djelem”, composto nel 1969 da Zarko Jovanovic, e la bandiera Romanì, una ruota indiana rossa su sfondo per metà verde, a simboleggiare la terra coperta d’erba, e per metà azzurra, a simboleggiare gli spazi infiniti del cielo. In quel congresso si costituì la Romanì Union, la prima organizzazione mondiale dei Rom riconosciuta dall’ONU nel 1979. (...)
Nel 2009, la spesa militare globale ha raggiunto la quota record di 1.530 miliardi di dollari americani. Considerando le innumerevoli crisi – di tipo economico, ambientale, sanitario, diplomatico - che affliggono il nostro pianeta, è fondamentale attivarci e organizzarci a livello globale per ridistribuire questo denaro e soddisfare i reali bisogni dell’umanità. Migliaia di organizzazioni e di individui condividono questo punto di vista. A causa della crisi economica globale, i governi hanno iniziato a considerare l’idea di effettuare tagli alla spesa militare, ma senza una vera spinta da parte nostra non intraprenderanno azioni incisive in tal senso. E’ fondamentale mobilitarci a livello mondiale e dare visibilità alle nostre richieste. La priorità è sconfiggere la fame, causa di sofferenze e morte per intere popolazioni, non certo arricchire ulteriormente la macchina militare-industriale. La “Giornata mondiale di azione contro la spesa militare”, del 12 Aprile 2011, è l’evento simbolo di questa campagna e coinciderà con la pubblicazione della relazione annuale del SIPRI - Stockholm International Peace Research Institute, che includerà anche i nuovi dati relativi alla spesa militare globale. (...)