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Ambiente

La Cina sfolla 50.000 pastori tibetani per proteggere una riserva naturale e le sorgenti dei suoi fiumi

La Cina sfolla 50.000 pastori tibetani per proteggere una riserva naturale e le sorgenti dei suoi fiumi

 


Negli ultimi 4 anni il governo cinese ha costretto 50.000 pastori, in gran parte tibetani, ad abbandonare la vita nomade per trasferirli in case stabili nell'altopiano del Tibet-Qinghai «nello sforzo del Paese per proteggere l'ambiente di una riserva naturale».

Alla fine del "Piano di spostamento", nel 2010, 55.700 pastori avranno abbandonato una regione in effetti molto delicata dal punto di vista ambientale e che ospita le preziose sorgenti dei tre grandi fiumi asiatici: Yangtsé, Fiume Giallo e Lancang, come i cinesi chiamano il Mekong. Ma il sospetto (e l'accusa) che circola tra i tibetani è quella che il governo di Pechino voglia tenere sotto controllo sia queste vitali risorse idriche che i nomadi e, nel contempo, dare un colpo mortale alla loro cultura autoctona ed alle loro tradizioni ancestrali (...)


L'articolo:

http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=707


Informazioni di base:

http://en.wikipedia.org/wiki/Sanjiangyuan_National_Nature_Reserve

http://www.plateauperspectives.org/sanjiangyuan.htm


Altre fonti:

http://en.tibet328.cn/01/03/200908/t388162.htm

http://www.meltdownintibet.com/q_nomads.htm

http://www.bioone.org/doi/pdf/10.1659/mrd.0972?cookieSet=1

http://www.redorbit.com/news/science/225758/china_focus_china_rebuilds_ecology_by_moving_people_out_of/

 

 

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USA: approvato l'Arctic fisheries management plan

USA: approvato l'Arctic fisheries management plan


Dopo un lungo iter preliminare, il segretario al Commercio statunitense Gary Locke ha infine approvato (20 agosto) l'Arctic fisheries management plan, che in sostanza proibisce ogni ulteriore espansione della pesca nelle acque artiche «finché i ricercatori avranno ottenuto informazioni sul pesce e sull'ambiente marino artico sufficienti a prevenire gli impatti avversi della pesca commerciale sull'ecosistema», come recita il comunicato della Noaa a riguardo.

Secondo Locke, «nel momento in cui la banchisa si riduce a causa del cambiamento climatico, aumentano gli interessi della pesca commerciale nelle acque artiche» e occorre quindi attuare un «piano per la pesca sostenibile che non danneggi la salute complessiva di questo fragile ecosistema».

Ed è un sacrosanto principio di precauzione a guidare la mano dell'amministrazione, principio che accompagna misure che sono da considerarsi necessarie, ma che sicuramente riceveranno critiche e ostruzionismi non di poco conto da parte di quei gruppi di potere economico e politico che già si fregavano le mani davanti alle prospettive offerte dai ghiacci in ritirata per la pesca nei mari artici. (...)


L'articolo:

http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=720


Il sito del NOAA Fisheries:

http://www.alaskafisheries.noaa.gov/sustainablefisheries/arctic/

 

 


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Water Conflicts under Scrutiny

Water Conflicts under Scrutiny


Will water scarcity trigger wars, or will nations choose to cooperate in using this resource? This question was one of the main points of discussions during the Stockholm World Water Week 2009. For a long time this question was examined primarily from the perspective of international relations and the balance of power between countries. The volume titled "International Water Security. Domestic Threats and Opportunities" on the other hand, looks closely at the role of domestic factors in determining whether the approach to transboundary water bodies is cooperative or conflictive. The volume, edited by Nevelina I. Pachova, Mikiyasu Nakayama, and Libor Jansky, was published in 2008 by the United Nations University Press. The authors cite various case studies to demonstrate the influence of domestic security concerns on the negotiation and implementation of international agreements (e.g. Indus, Lesotho, Danube, Mekong and Lake Chad).

Domestic developments, such as migration, poverty or the creation of new water infrastructure, can intensify competition for the resource, as exemplified in the case of Sudan and Egypt, Thailand and Burma, or the Aral Sea and Mekong basins. These regions have been identified as potential water hotspots. Transboundary water cooperation must therefore be strengthened to counteract such developments. The authors recommend that water issues be viewed in the broader context of regional cooperation, so as to increase the scope of compromise and potential benefits for all parties. The example of the Okavango Delta illustrates the approach of a systematic assessment of security policies in river basins, which can identify the negative impact of national security considerations on sustainable water management. In upstream Angola, for example, the strategic relevance of water resources is steadily rising after the reconstruction phase that followed the end of the civil war in 2002. Economic development, ensuring food security and the resettlement of displaced population groups have been identified as priorities, whose implementation could have an impact on downstream Namibia or Botswana. Such developments need not, however, result in conflicts. Non-state actors, academicians, the Okavango River Basin Water Commission (OKACOM) and others have an important role to play in making the sustainable use of the shared water resource a political priority.

The book "International Water Security" broadens the debate on water and security by adding case studies and a new perspective. It demonstrates that even in very diverse regions it is possible to take action at the domestic level to minimize water-related tensions between countries. Although the contributions have a practical focus, the book is more suitable for enhancing one’s understanding of the basic framework of water cooperation rather than offering any concrete proposals for action. (Annabelle Houdret and Dennis Taenzler)

For more information on the volume "International Water Security. Domestic threats and opportunities":

http://www.unu.edu/unupress/2008/internationalWaterSecurity.html


For more information on the Stockholm Water Week 2009:

http://www.siwi.org

 

 


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Océanos: la Concientización del Cambio Climático

Océanos: la Concientización del Cambio Climático


Los océanos del mundo están absorbiendo una cantidad de dióxido de carbono sin precedentes, lo cual tiene como consecuencia un aumento de su grado de acidez y un incremento del riesgo de desaparición de muchas especies marinas. Esta alteración de acidez podría trastocar las redes tróficas marinas y alterar la composición biológica, geológica y química de los océanos de una forma por ahora ininteligible e imprevisible. El cambio climático ya lo estamos viviendo. Grandes desastres naturales que antes ocurrían cada década, ahora cada vez ocurren con más frecuencia e intensidad. En los polos se estan desprendiendo masas de hielo gigantes de centenares de km. cuadrados a causa del calentamiento global. (...)


L'articulo:

http://clima.ecoportal.net/content/view/full/87024


Otra informacion:

http://www2.esmas.com/noticierostelevisa/investigaciones-especiales/069444/unesco-los-oceanos-evitan-cambio-climatico-sea-catastrofico

http://www.elpais.com/articulo/sociedad/cambio/climatico/ecosistemas/oceano/Artico/elpepusoc/20090622elpepusoc_2/Tes


Informacion basica:

http://es.wikipedia.org/wiki/Cambio_clim%C3%A1tico

http://oceana.org/sp/climate-spanish/inicio/

 

 




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IUCN 2008 Report: "Wildlife in a changing world"

IUCN 2008 Report: "Wildlife in a changing world"


L’economia è in crisi, l’ambiente ancor di più. Questa la conclusione di “Wildlife in a changing world”, il rapporto dell’IUCN sulla biodiversità, realizzato da Jean-Christophe Vié, Craig Hilton-Taylor e Simon N.Stuart. La lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura, costituisce un resoconto dettagliato circa lo stato globale delle specie animali e vegetali.

La relazione, stilata ogni quattro anni, rivela che le specie estinte negli ultimi 500 anni sono 869 (nel 2004 erano 784) mentre 17000 sono quelle a rischio. 290, in particolare, sono gravemente minacciate dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento. Il rapporto prende in considerazione soltanto il 2,7% degli 1,8 milioni di specie descritte, “un numero che fornisce una sottostima, ma offre un utile quadro di ciò che sta succedendo a tutte le forme di vita sulla Terra”. (...)


L'articolo:

http://www.terranauta.it/a1244/pianeta_gaia/biodiversita_in_crisi_piu_dell_economia.html


The IUCN Report:

http://data.iucn.org/dbtw-wpd/edocs/RL-2009-001.pdf

 

 


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Commissione Europea: primo rapporto sulla biodiversità nei 25 Paesi dell’Unione

Commissione Europea: primo rapporto sulla biodiversità nei 25 Paesi dell’Unione


Turismo di massa, agricoltura intensiva e mutamenti climatici stanno compromettendo numerosi ecosistemi europei e rischiano di far scomparire almeno la metà dei rettili e degli anfibi presenti sul continente. A lanciare l’allarme è stata la Commissione europea, presentando il primo rapporto sulla biodiversità in 25 Paesi dell’Unione. Dopo aver diviso l’Europa in undici macroaree ed aver preso in considerazione 1.182 specie di animali e 216 habitat, è emerso che ad essere maggiormente compromesse sono le zone agricole, dove spesso non vengono rispettati i normali cicli biologici della terra. (...)


L'articolo:

http://www.inviatospeciale.com/2009/07/in-europa-sono-in-pericolo-gli-ecosistemi/


Il Rapporto ed altri documenti di sintesi:

http://www.eea.europa.eu/publications/progress-towards-the-european-2010-biodiversity-target/

http://ec.europa.eu/environment/nature/knowledge/rep_habitats/index_en.htm

http://ec.europa.eu/environment/nature/knowledge/rep_habitats/docs/com_2009_358_it.pdf

 

 




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