• Ambiente

    Ambiente

    Environment

  • Agricoltura

    Agricoltura

    Agriculture

  • Salute

    Salute

    Health

  • Diritti Umani

    Diritti Umani

    Human Rights

  • Nutrizione

    Nutrizione

    Nutrition

icone agricol

icone NUTR

icone salute

icone DIRITTI

icone ambiente

icone VIDEO

PROFUMI E BALOCCHI

PROFUMI E BALOCCHI

 

Il business della bellezza in Italia continua a crescere: secondo gli ultimi dati dell’industria cosmetica ha raggiunto un fatturato, relativo alle vendite al pubblico, di 8,3 miliardi di euro.

Il continuo lancio di nuovi profumi e cosmetici, supportati da massicce campagne pubblicitarie e promozionali, fa si che, malgrado congiuntura internazionale sfavorevole, situazione geopolitica e rincaro dei prezzi portato dall’euro, il settore continui a “tirare” ma non solo.

Sta cadendo il confine tra bellezza e benessere e, di conseguenza, anche il tradizionale profumo si deve aggiornare per stare al passo con l’evoluzione dei gusti: se un tempo il suo bravo mestiere era, appunto, quello di profumarci adesso evoca sensazioni, atmosfere, luoghi esotici, induce alla meditazione e procura pace e benessere. Almeno così assicurano i produttori...

Anche le distanze tra il mondo dei cosmetici e quello dei farmaci si stanno accorciando: ormai è tutto un proliferare di prodotti che promettono di farci star meglio, in forma, scattanti, prodotti indispensabili per chi non può staccare la spina durante il giorno. Finalmente arrivato a casa il pover uomo e la povera donna possono però “fabbricarsi” il benessere delle terme, delle saune e degli hammam (i veri bagni turchi) scaldandosi e applicandosi sul corpo fagottini di cotone riempiti di sostanze e principi attivi ricavati da amido di riso, polvere di sandalo, farina di mais, camomilla e lavanda oppure lozioni e oli essenziali che disintossicano, disinfiammano, rilassano e purificano, agendo sul corpo e sulla mente. Gran cosmetico la pubblicità persuasiva....

Secondo alcuni esperti il giocattolo è indispensabile all’attività di gioco del bambino perché ne rappresenta l’orizzonte materiale e concreto ma è pur vero che oggi assistiamo ad un insistenza dell’industria del giocattolo (mediata, anch’essa dalla pubblicità televisiva) che tende a travalicare l’orizzonte del bambino stesso, rivolgendogli incessantemente nuove proposte, nuovi personaggi, nuove situazioni che lo inducono a desiderare sempre l’ultima novità al fine di non essere mai da meno rispetto ai coetanei. Così, paradossalmente, attraverso il giocattolo consumistico il bambino viene espropriato del diritto al gioco...

Del resto non è nuova la scoperta, da parte degli operatori economici, che l’infanzia rappresenta sempre più, nelle società avanzate, il nuovo fattore di sviluppo dei consumi della famiglia e, come tale, il bambino è trattato con lo stesso rispetto e la stessa attenzione che il settore riserva a noi adulti: quello di consumatore-cliente da condizionare all’acquisto.

A livello consumo il mercato dell’industria del giocattolo in Italia vale 3,5 miliardi di euro: è un settore trainante come la moda e, come la moda, presenta ogni anno le proprie proposte e collezioni largamente rinnovate: si calcola che annualmente almeno il 50% dei prodotti diano nuovi prodotti.

Ma il mercato del giocattolo si sta allargando: avanzano le produzioni che arrivano da paesi lontani con tutte le problematiche relative all’utilizzazione del lavoro minorile e alle normative sulla sicurezza del lavoro.

Ormai quasi la totalità dei giocattoli “di massa” è prodotta nel sud della Cina dove i subappaltatori locali, utilizzati dalle multinazionali occidentali, impongono ritmi e condizioni sanitarie pericolose ai loro operai.

Ma, da che mondo è mondo, tutto questo ha sempre fatto parte del gioco...

 

Stampa