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Vangelo dei migranti - Meditazione attorno all'amore

A mezza costa della montagna, ai bordi del villaggio musulmano, un antico monastero. Un monaco, seduto davanti alla porta, sembrava aspettarmi

da sempre. Era immobile. Era Bruno, monaco trappista e mi attendeva con lui una lunga serie di pensieri su una qualità degli uomini e di Dio, l’amore.
Dopo il primo saluto continuò: “Se cerchi la perfezione, come molti fanno, sarà inutile il tuo cammino. La perfezione conosce Dio, ma solo di passaggio. Parte da te e, passando attraverso di lui, termina ancora in te stesso. Continuamente ti guarderai allo specchio per vedere se l’hai raggiunta o se per caso essa ti ha abbandonato, per qualche istante. La perfezione ti farà schiavo di te stesso, mettendoti al centro di tutto. Essa non accetta il tuo limite, ma vive del mondo che sogna e coniugando il condizionale, il tempo della non-realtà, ti farà sospirare continuamente: Io vorrei, io dovrei… Così, ti farà appoggiare la tua vita sul vuoto. All’inizio e alla fine del tuo cammino non ci sarai che tu, l’essere umano che sei, e non il Dio che tu cerchi.
In tutto quello che fai, invece, ama. L’amore parte da Dio, coinvolge l’uomo e finisce in lui. Dio creò l’uomo perché sappia amare: così, solamente, l’essere umano troverà la propria felicità. In fondo, quando si ama si rivela agli altri la propria bellezza. Ma se non c’è un altro per cui perdere la vita o a cui donarla, allora, la tua esistenza non ha senso. Amare è il cammino più personale che tu possa compiere. Ognuno ama con la forza che possiede, con i limiti che l’accompagnano e con la grandezza di cuore che ha saputo coltivare. A differenza della perfezione, però, l’amore parlerà sempre di Dio e del suo modo così umano di rivelarsi. (...)

L'articolo:
http://www.zenit.org/article-25521?l=italian

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