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UNESCO - Investire nella diversità culturale e nel dialogo tra le culture

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In occasione dell’inaugurazione dell’Anno Internazionale dell’Avvicinamento delle Culture (2010) l’UNESCO ha pubblicato il Rapporto Mondiale sulla Diversità Culturale, frutto del lavoro di un comitato internazionale di esperti e di consultazioni con la società civile e le comunità accademiche.
La Diversità Culturale è emersa come un tema chiave alla svolta del Millennio. Ancora oggi i significati di questo termine sono numerosi e mutevoli. La diversità culturale è vista dai più come intrinsecamente positiva, nella misura in cui punta ad una condivisione dei benefici forniti dalle singole culture del mondo e dai legami che ci uniscono tutti in processi di scambio e dialogo.
Per alcuni, tuttavia, le differenze culturali sono causa invece della perdita di un senso di comune umanità e quindi all’origine di numerosi conflitti. La globalizzazione ha aumentato i momenti di interazione e frizione tra culture, facendo nascere tensioni legate all’identità, atteggiamenti che possono diventare una potenziale fonte di conflitto. La sfida essenziale, pertanto, è quella di promuovere una visione innovativa della diversità culturale e in tal modo chiarificare come, lungi dall’essere una minaccia, questa può diventare uno strumento per l’azione della comunità internazionale. A questo scopo gli obiettivi del Rapporto Mondiale sulla Diversità Culturale sono:
1 Analizzare la diversità culturale in tutti i suoi aspetti tentando di mostrare la complessità del fenomeno ed allo stesso tempo identificando un filo conduttore all’interno dell’ampia gamma delle possibili interpretazioni della diversità stessa;
2 Mostrare l’importanza della diversità culturale in differenti aree (lingue, educazione, comunicazione e creatività), che possono essere viste come essenziali per la salvaguardia e la promozione della diversità culturale.
3 Persuadere i decision-makers ed i vari portatori di interesse sull’importanza di investire nella diversità culturale come dimensione essenziale del dialogo interculturale. La valorizzazione della diversità può infatti rafforzare la cultura della sostenibilità e assicurare l’esercizio effettivo di diritti umani e di libertà universalmente riconosciute, rafforzando la coesione sociale e la governance democratica.
Il Rapporto Mondiale è stato redatto in stretta collaborazione con l’Istituto di Statistica dell’UNESCO (UIS) di Montreal. Lo sviluppo di indicatori nel campo della diversità culturale è solo all’inizio ed è necessaria un lavoro di approfondimento su scala globale allo scopo di creare un inventario sulla diversità culturale. Compito che richiede una certa quantità di risorse e che potrebbe un giorno venir intrapreso da un Osservatorio Mondiale sulla Diversità Culturale, la cui creazione è raccomandata dal Rapporto stesso.
Nel testo intitolato “Razza e Storia” scritto nel 1952 per l’UNESCO, l’antropologo francese Claude Lévi-Strauss sostenne che la protezione della diversità culturale non dovrebbe restare confinata alla preservazione dello status quo: “è la diversità in se stessa che deve essere salvata, non la forma esterna e visibile che ogni periodo ha rivestito per tale diversità”. Proteggere la diversità culturale in questo modo significa assicurare che la diversità continui ad esistere. Questo presuppone la capacità di accettare e sostenere il cambiamento culturale.
Il Rapporto cerca di porre le basi per una rinnovata comprensione delle sfide attuali sulla diversità culturale, identificando alcune delle difficoltà politiche e teoriche che inevitabilmente comporta. In particolare vengono analizzati tre aspetti della diversità culturale:
- Esaminare la specifica natura culturale di questa forma di diversità. Sulla linea della dichiarazione UNESCO di Città del Messico del 1982 sulle politiche culturali, si definisce la cultura come “l’intero complesso delle caratteristiche spirituali, materiali, intellettuali, ed emotive che caratterizza una società o un gruppo sociale” includendo “ non solo arti e lettere, ma anche stili di vita, diritti fondamentali dell’essere umano, sistemi di valori, credenze e tradizioni”. Questa definizione ha il merito intendere la cultura nel modo più ampio possibile, evitando così le caratterizzazioni (religiose, etniche, linguistiche) spesso adottate da diverse società per valutare la loro eterogeneità.
- Identificare gli elementi fondanti della diversità culturale. A questo proposito i termini “cultura”, “civiltà” e “popolo” prendono diversi significati a seconda del contesto in cui vengono utilizzati (ad esempio scientifico o politico). Mentre le “culture” sono definite sempre in relazione una all’altra, il termine “civiltà” spesso si riferisce a culture che, convinte del carattere universale dei loro valori o delle loro visioni del mondo, adottano un approccio espansionistico verso quelle che non (o non ancora) le condividono. È pertanto una sfida reale tentare di persuadere le diverse “civiltà” a coesistere pacificamente. La “civiltà” viene invece concepita dall’UNESCO come l’integrazione di ognuna delle culture del mondo, sulla base dell’uguaglianza, in un continuo progetto universale.
- Determinare le relazioni tra le culture ed il cambiamento. Ci sono voluti settant’anni per cominciare a considerare le culture come entità mutevoli. Precedentemente prevaleva  la tendenza a vederle come essenzialmente fisse, ed i loro contenuti venivano “trasmessi”  di generazione in generazione attraverso una varietà di canali. Ciò di cui si ha bisogno, pertanto, è di definire politiche che valorizzino queste “differenze culturali” di modo che gruppi ed individui che vengono in contatto scoprano in questa “differenza” un incentivo per continuare ad evolvere e cambiare.
Queste considerazioni spingono verso un nuovo approccio alla diversità culturale, un approccio che tenga conto della sua natura dinamica e delle sfide di identità legate al cambiamento culturale. Questo necessariamente comporta sostanziali modifiche anche ai compiti dell’UNESCO e di tutte le agenzie internazionali impegnate in progetti di sviluppo e cooperazione, che devono imparare a sostenere il cambiamento culturale allo scopo di aiutare individui e gruppi a gestire la diversità in maniera più efficace.

(Sintesi in italiano a cura della Commissione Nazionale Italiana UNESCO)

Il rapporto completo:
http://unesdoc.unesco.org/images/0018/001852/185202E.pdf

La sezione dedicata alla diversità culturale nel sito UNESCO:
http://portal.unesco.org/culture/en/ev.php-URL_ID=34321&URL_DO=DO_TOPIC&URL_SECTION=201.html

 
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