Cina - Esecuzioni capitali e traffico di organi
In Cina migliaia di organi sono prelevati ogni anno dai condannati a morte e inviati immediatamente ai centri trapianto. La Cina potrebbe diventare la nuova meta per chi ha bisogno di un trapianto e non lo può ottenere in patria. Non basta denunciare tale crimine. Bisogna anche intervenire per disincentivare la domanda in Occidente.
Nella Repubblica Popolare Cinese la pena capitale è inflitta per un’ampia varietà di crimini, dalla corruzione all’evasione fiscale, dal traffico di droga all’omicidio. Il numero delle esecuzioni capitali (che avvengono per colpo di fucile alla nuca o per iniezione letale) è segreto, ma Amnesty International stima che siano nell’ordine delle migliaia l’anno – probabilmente intorno a 5000 – . Da alcuni anni l’esecuzione capitale è seguita dall’espianto di organi dal cadavere del condannato a morte. Nel 2006 il viceministro della sanità, Huang Jiefu, ammise pubblicamente che la maggioranza degli organi trapiantati in Cina proveniva dai condannati a morte. E sebbene i funzionari governativi sostengano che gli organi sono prelevati previo consenso dei condannati o delle loro famiglie, molti dubitano che una persona condannata a morte sia nelle condizioni di esprimere un libero consenso. Inoltre il traffico di organi è estremamente lucrativo per gli ospedali cinesi: infatti molti organi prelevati dai condannati a morte sono indirizzati a persone cinesi privilegiate e a stranieri benestanti, disponibili a pagare cifre esorbitanti, piuttosto che a pazienti cinesi comuni in attesa di trapianto. (...)
L'articolo:
http://salutepertutti.comunita.unita.it/2012/04/15/esecuzioni-capitali-e-traffico-di-organi/
Sull'argomento:
http://laogai.org/our_work/death-penalty-organ-harvesting
< Prec. | Succ. > |
---|