La crisi della cipolla manda in tilt l'India

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In India si usa dire che non sarai mai davvero povero finché potrai permetterti un tozzo di pane e una cipolla. Per molti l'acquisto di questo umile bulbo – che tra l'altro costituisce la base di innumerevoli ricette indiane – è improvvisamente diventato un lusso: nel giro di una settimana, a causa del maltempo che ha rovinato i raccolti, il prezzo di un chilo di cipolle è raddoppiato, arrivando fino a 70 rupie, circa 1,20 euro. Una cifra che può essere insostenibile in un paese in cui 420 milioni di persone – un quarto della popolazione – vivono sotto la soglia di povertà. Per il caro-cipolla si può morire di fame. La gente lo
sa. E lo sa anche il governo, che trema di fronte alla prospettiva che anche stavolta possano verificarsi violente proteste – come già avvenuto nel 2007 – e magari "vendette elettorali": la sconfitta del Bharatiya Janata Party alle amministrative di Delhi del 1998, ad esempio, viene attribuita dalla maggior parte degli osservatori ad un rialzo del 600% del prezzo delle cipolle.(...)

L'articolo:
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-12-23/crisi-cipolla-manda-tilt-063757.shtml?uuid=AYnkZ2tC

Sull'argomento:
http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=8238

http://www.ilmanifesto.it/archivi/terra-terra/nocache/1/pezzo/4d1f4bf09934a/