Acqua: bisogno e business

DIRITTI UMANI

Già si parla di idrogeostrategia come di scienza destinata ad assumere una progressiva importanza nei prossimi anni. In realtà, che si tratti di questione geostrategica o soltanto politica o idropolitica, come sostengono alcuni, l’acqua nei prossimi anni è destinata ad essere il problema fondamentale dell’umanità, specie nelle zone in cui già oggi è assai scarsa o assente. «L’acqua sembra destinata a soppiantare il petrolio quale causa di contrasti tra soggetti statali», sostiene il generale Giovanni Marizza, presidente dello Iasd, l’Istituto alti studi per la difesa. Secondo la rivista militare «è in aumento la conflittualità in aree in cui le risorse idriche sono carenti, in quanto scarse oppure distribuite in maniera diseguale».

«Personalmente credo che oggi siano in corso delle guerre che usano l’acqua come uno dei pretesti per riaccendere questioni ataviche», ribatte Riccardo Petrella, docente all’Università cattolica di Lovanio e grande esperto della questione. Non è delle stesso parere, invece, Giuseppe Caffulli, caporedattore di «Mondo e missione», che sull’argomento ha curato un ampio dossier: «Oggi l’acqua è un bene minacciato dall’inquinamento, dai conflitti regionali, da un modello di sviluppo per molti aspetti insostenibile, dalle degenerazioni della scienza moderna e dagli appetiti delle multinazionali», ha scritto. «Negare l’accesso all’acqua, trasformarlo esclusivamente in un bene economico che si può vendere e comperare, significa porre serie minacce alla vita di un miliardo e 400 milioni di persone in tutto il mondo». (...)