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2009 G8 University Students' Summit - Dichiarazione di Palermo

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2009 G8 University Students' Summit - Dichiarazione di Palermo

 


Università che siano il fulcro della comunità e in maggiore contatto con la realtà socio-economica che le circonda. Che elaborino progetti concreti messi al servizio di una società sostenibile e pacifica. Che contribuiscano a perfezionare la “formazione dei formatori”. Che si adoprino per diffondere valori e processi democratici, ispirandosi all’inclusione e alla partecipazione di tutti, rispettando, al contempo, le culture specifiche e le tradizioni locali.

Questi gli assi portanti della “Dichiarazione Finale” firmata sabato 9 maggio a Palermo al termine del G8 University Students’ Summit 2009. Il documento, sottoscritto alla presenza del sottosegretario Vincenzo Scotti e che verrà presentato il 18 maggio durante il G8 delle Università a Torino, invita i leader mondiali a considerare dal punto di vista dei giovani universitari temi fondamentali per il futuro dell’umanità.

Il Summit, organizzato dalla CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), dal Politecnico di Torino e dalla Commissione Italiana per l’UNESCO presso la Società Siciliana della Storia Patria, ha visto la partecipazione di 23 studenti provenienti da prestigiose Università dei paesi G8”, degli O5 (le economie emergenti) e di alcuni paesi del bacino del Mediterraneo.

Introdotti da relatori d’eccellenza quali Jeremy Rifkin, Piero Grasso e Rigoberta Menchù (quest’ultima via video), i ragazzi hanno dibattuto per due giorni su temi strategici per la soluzione delle grandi sfide del pianeta, quali lo sviluppo sostenibile, la legalità e la pace, soffermandosi in particolare sul ruolo della cultura, della ricerca e delle università.

La prossima settimana il testimone del “G8 accademico” passerà ai Rettori, che si riuniscono il 18 e il 19 maggio a Torino per affrontare i temi dell'economia, dell'etica, dell'ecologia e dell'energia (4E). Le due Dichiarazioni, quella dei Rettori e quella degli studenti, saranno consegnate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in vista del G8 Summit dei Capi di Stato e di Governo.


* * * * *

Dichiarazione di Palermo sull’Educazione allo Sviluppo Sostenibile,

la Cultura della Legalità e della Pace (Dichiarazione di Palermo)


Studenti Universitari e giovani esponenti provenienti dai Paesi membri del G8, dai cinque emergenti (“Outreach Five”) e dai paesi rivieraschi del Mediterraneo si sono riuniti a Palermo, l’8 e il 9 maggio 2009 per partecipare al “2009 G8 University Students' Summit” (G8 USS).

Lo scopo del G8 USS è stato quello di permettere agli studenti universitari di prendere parte attiva al dibattito politico che ruota intorno al G8 e valorizzare il loro contributo a una crescita globale più armoniosa e sostenibile, centrata sulla cultura, la legalità e la dignità.

I giovani partecipanti sono stati chiamati a discutere su due temi – l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile e la Cultura della Legalità e della Pace – e a sottoscrivere una dichiarazione finale (“Palermo Declaration”), da presentare al G8 University Summit (Torino, 18-19 Maggio 2009).


Premessa

Gli studenti partecipanti allo University Students’ Summit riconoscono il ruolo chiave che l’educazione riveste nella creazione di una società armoniosa e orientata al reciproco rispetto, e nella diffusione della cultura della pace, dello sviluppo sostenibile e della legalità.

Gli studenti concordano sui seguenti principi e azioni da intraprendere:


Educazione allo Sviluppo Sostenibile

A1. Economia e sostenibilità devono procedere di pari passo

La crisi in corso può essere vista come un’opportunità senza precedenti di re-investire nel capitale sociale e naturale che ci circonda, facendo sì che economia e sostenibilità procedano di pari passo. Quello che si richiede con urgenza a tale scopo è la creazione di un’alleanza forte tra istituzioni, settore privato e società civile, che veda tutti gli attori sociali, sia nazionali che internazionali, impegnati con vivacità a promuovere modelli postivi di produzione e consumo, centrati sulla “qualità” della vita e il benessere globale.

A2. L’ educazione, in quanto catalizzatore del cambiamento, deve essere rafforzata

Il nuovo modello di sviluppo sociale ed economico richiede interventi vigorosi e coerenti in materia di “educazione”, nel suo significato più ampio di apprendimento permanente. Diventa in tal modo possibile suscitare negli individui un pensiero critico e indipendente orientato ai cambiamenti positivi da apportare alla crescita economica. Sedi educative sono non solo la scuola e l’università, ma anche quelle meno tradizionali deputate all’informazione, alla sensibilizzazione e alla formazione, dove ciascuno assume il duplice ruolo di educatore e didatta allo stesso tempo. L’educazione inoltre è un agente fondamentale dello sviluppo in quanto in grado di fornire strumenti, capacità e competenze alla popolazioni più marginalizzate dei paesi in via di sviluppo.

A3. Le Università devono guidare il progresso della comunità

Le università hanno devono investire con maggior vigore nel capitale umano dei giovani, essendo costoro attori fondamentali del cambiamento e in grado di contribuire a diffondere una nuova consapevolezza socio-economica. Le università devono inoltre servire da forum per la discussione di soluzione nuove, assumere la guida della comunità e contribuire al suo progresso. Le università devono essere capaci di mettere i giovani i contatto con persone e gruppi diversi (gli accademici, la società locale, il settore privato, le istituzioni di governo, gli studenti e le università d altri paesi) e di impegnarli attivamente non solo nei programmi didattici, ma anche in attività innovative e nella ricerca.


Cultura della Legalità e Patrimonio di Pace

B1. L’educazione, sia formale che informale, deve promuovere la democrazia e la cittadinanza attiva

L'educazione è una delle basi della società globale ed i suoi percorsi, formali e informali, giocano un ruolo chiave nella costruzione della democrazia e della cittadinanza attiva. L’adozione di idonee strategie culturali nei diversi paesi è prioritaria affinché le nuove generazioni crescano in modo consapevole e responsabile, proprio in un momento storico nel quale la mobilità legata a fattori economici ha assunto dimensioni epocali e i governi stanno riconsiderando le proprie interazioni.

B2. La diffusione di una cultura globale della legalità è funzionale al benessere sociale e umano

È di fondamentale importanza sostenere, anche al di fuori dei luoghi ufficialmente deputati alla formazione, occasioni di approfondimento e confronto per lo sviluppo delle competenze umane necessarie alla diffusione di una reale cultura della legalità, del rispetto delle regole e delle dinamiche di convivenza comune. La diffusione e il consolidamento di una cultura globale della legalità e della pace saranno inoltre agevolati dall’avvio di accordi sugli standard normativi, di network per lo scambio di esperienze, dal miglioramento dei processi di mobilità sociale e dalla diffusione di iniziative di comunicazione a tutti i livelli: regionale, nazionale e internazionale.

B3. L’arte è un terreno fertile dove far crescere un patrimonio di pace

L’arte è un terreno fertile per lanciare un ponte tra le diverse culture e identità. Tutte le culture del mondo sono capaci di dialogare facendo riferimento all’arte, in quanto complesso di atti creativi che attingono al più alto senso di umanità. Nonostante le loro specificità e apparenti differenze gli esseri umani hanno molto in comune e possono condividerlo proprio tramite la conoscenza e l’arte. La crescente interazione tra le culture, lo sviluppo globale degli standard di comportamento dei singoli e il diffondersi dei processi di comunicazione non sono che ulteriori occasioni per parlare ancora di pace, con forza sempre maggiore, in tutto il mondo.


In conclusione,

Consapevoli che l’accesso all’istruzione superiore rappresenta un privilegio di pochi,

Consapevoli della responsabilità che ne deriva di mettere il nostro patrimonio di conoscenze al servizio delle società,

Consapevoli inoltre dell’opportunità di poter in questa sede suggerire soluzioni, lasciando ai Capi di Stato la responsabilità di allocare risorse per la loro messa in atto,

Gli Studenti chiedono ai Capi di Stato e di Governo di impegnarsi in quanto segue:

  1. Le Università devono diventare un cantiere di progettualità concrete messe al servizio delle esigenze della società locale e globale. Tali progettualità devono tradursi in un intervento attivo e contribuire al processo di trasformazione culturale e tecnologica, così come alla definizione di soluzioni pratiche al fine di superare le grandi tensioni sociali e politiche e promuovere in tal modo la pace, la legalità e lo sviluppo sostenibile.

  1. Il dialogo tra le Università e tutti gli altri attori della società deve essere rafforzato al fine di trovare soluzioni comuni e valorizzare e condividere il capitale di conoscenze che troppo spesso rimane rinchiuso nel dibattito accademico, e che invece potrebbe essere strumentale alla messa in pratica dello sviluppo sostenibile.

  1. Le Università devono adottare un approccio interdisciplinare nella formazione e nella ricerca, sostenuto da risorse appropriate, promuovendo così processi decisionali che siano consapevoli, equilibrati e responsabili a livello economico, sociale, tecnico, politico, umano e ambientale.

  1. La formazione dei formatori deve essere curata a tutti i livelli dell’istruzione, e basata sui principi e la pratica di una cultura della legalità e della pace adeguata alle diverse esigenze del tempo contemporaneo e alle sue sfide.

  1. Valori comuni di cooperazione e tolleranza devono essere considerati parti sostanziali del concetto di cultura della diversità sostenibile, riconoscendo che i conflitti sovente nascono o sono aggravati anche dagli stereotipi, dall’ignoranza e dalla scarsa coscienza di sé e dell’altro, e da squilibri sociali, economici e culturali.

  1. I valori e i processi democratici diffusi nelle sedi educative formali e informali devono essere basati sulla inclusione e la partecipazione, nel rispetto delle tradizioni e delle culture locali ed indigene.

  1. Le politiche nazionali e internazionali devono favorire la cooperazione e il dialogo tra le giovani generazioni e fra queste e le generazioni in atto con responsabilità di governo.

 

 


 
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