Solidarietà - Quella virtù dimenticata
Se vogliamo lo sguardo verso altri tempi e altre culture, ci avvediamo senza particolare fatica di quanto intenso sia sempre stato il richiamo alla solidarietà, quale che fosse la parola adoperata per designarla. Per lungo tempio di essa si è parlato come appartenente all’ordine naturale delle cose, come di un dovere, come di uno «strumento di Dio, e governante degli uomini». È quel che scrive nel ’500 Étienne de la Boètie, riferendosi esplicitamente alla natura: «bisogna pensare che distribuendo ad alcuni di più ad altri di meno, essa volesse dare spazio all’affetto fraterno e mettere gli uomini in grado di praticarlo, avendo gli uni capacità di offrire aiuto, gli altri bisogno di riceverlo». Nel secolo successivo John Locke dirà che «Dio non lascia un uomo alla mercé di un altro al punto che questi possa, volendo, farlo morire di fame (…) La carità dà diritto ad ogni uomo a quella parte della ricchezza di un altro che gli è necessaria per fuggire una situazione di estremo bisogno, quando non abbia altri mezzi di sussistenza».
Sono due soltanto tra gli infiniti esempi possibili, che ci parlano di una società “naturalmente” armonica. Ma questa idea morale si sarebbe sempre più mostrata incapace di reggere da sola il peso delle diseguaglianze, sì che poi si è scelta la strada che affidava all’artificialità del diritto, piuttosto che alla natura, i principi di libertà, eguaglianza, fraternità. (...)
L'articolo:
http://www.dirittiglobali.it/home/categorie/35-libri/36949-quella-virtu-dimenticata-.html
Informazione di base:
http://it.wikipedia.org/wiki/Solidariet%C3%A0
http://fr.wikipedia.org/wiki/Solidarit%C3%A9_%28notion%29
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Festival del Diritto 2012 - "Solidarietà e conflitti":
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