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«Trovai un agente, corsi da lui e, col fiato in gola, gli domandai la strada. Sorridendo mi disse: "È da me che vuoi sapere la strada?". Gli risposi: "Sì, da solo non riesco a trovarla!". "Rinuncia, rinuncia!" mi disse, voltandosi come quelli che ridono di nascosto». Mi ha sempre impressionato questo frammento di un racconto di Kafka, emblematicamente intitolato Rinuncia!, perché può diventare una parabola dell'«uomo labirintico» (alla Borges o alla Robbe-Grillet) che vive immerso in una rete di parole, voci, idee, sollecitazioni. Egli naviga nel mare di internet come un Ulisse che non ha, però, alle spalle nessuna Itaca e, quindi, non sa dove volgere la prua della nave per puntare a una meta.
Navi «sanza nocchiere». La metafora antica della navigazione, già adottata da Sant'Agostino per la ricerca filosofica e teologica, è, infatti, assunta ora dal linguaggio informatico. Anche Origene di Alessandria, sottile pensatore dei primi secoli cristiani, registrava in questi stessi termini simbolici il suo spaesamento di fronte al l'orizzonte dell'essere, immanente e trascendente, razionale e misterioso, profano e sacro: «Come chi, messosi in mare su di una barchetta, viene preso da un'immensa angoscia nell'affidare un piccolo legno al l'immensità delle onde, così anche noi soffriamo mentre osiamo inoltrarci in un così vasto oceano di misteri». (...)

L'articolo:
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-09-30/rotta-luomo-081451.shtml?uuid=AbrltzlG

Il libro - «Guida ai naviganti - Le ragioni della fede»:
http://www.librimondadori.it/libri/guida-ai-naviganti