High and Dry - Why Genetic Engineering Is Not Solving Agriculture's Drought Problem in a Thirsty World
A causa dei cambiamenti climatici, i periodi di siccità si sono inaspriti e prolungati nelle diverse aree del pianeta, con effetti devastanti sulle piante e sulla produzione agricola. Nell’ultimo decennio l’industria biotecnologica ha promesso lo sviluppo di piante OGM capaci di resistere alla siccità o di produrre con un minor utilizzo di acqua, ma i progressi fatti finora sono di modesta entità. Il rapporto della Union of Concerned Scientists (UCS), un ente di ricerca californiano, offre un’analisi degli studi scientifici sul tema della tolleranza alla siccità e sulle reali possibilità che la panacea dell’ingegneria genetica possa concretizzarsi, almeno in tempi brevi e a costi accettabili.
Diversamente dalla resistenza agli erbicidi e agli insetticidi, la tolleranza alla siccità è infatti una problematica complessa, che non può essere risolta aggiungendo il singolo gene o tratto, in quanto i geni coinvolti possono interagire in modo imprevisto e alterare più di un tratto genetico, con effetti che possono essere anche indesiderabili sulla crescita delle piante. I biologi molecolari cercano di ridurre tale fenomeno, noto come pleiotropia, assicurando che i geni si attivino solo in particolari condizioni di siccità. Ma queste possono variare notevolmente in gravità e durata, e colpire il raccolto nelle diverse fasi del suo sviluppo, quindi, nel caso si prolunghino, diventa difficile evitare gli eventuali effetti indesiderati. (...)
L'articolo:
http://www.fondazionedirittigenetici.org/fondazione/new/displaysegnalazione.php?id=1406
Il Rapporto:
http://www.fondazionedirittigenetici.org/fondazione/files/allegatosegnalazione19giu12.pdf
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