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ALIMENTAZIONE E PREVENZIONE PER LA QUALITÀ DELLA VITA E DELLA SALUTE

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Le relazioni scientifiche presentate nel corso dei lavori del Congresso Internazionale “The Ageing Society”, riguardanti il contributo che una corretta alimentazione può dare alla complessiva qualità della vita di queste nostre società avanzate (anche in termini di età…), hanno tutte evidenziato la necessità di considerare la nutrizione come solo uno dei molteplici fattori che concorrono a determinare la qualità della vita complessiva dell’individuo.
Le nuove frontiere dell’alimentazione delle moderne civiltà opulente – emancipatesi dalla fame atavica, ma sempre più “cibo-dipendenti” a causa di nuove forme di psicopatologia da iperconsumo alimentare – si spingono ormai a “passare da una concezione del cibo come forma di sostentamento alla prospettiva di una tutela della salute attraverso alimenti selezionati, ma arricchiti e integrati e, soprattutto, adatti alle nuove esigenze delle prossime generazioni”.
La vita media già guadagna un decennio in due generazioni e progredisce ancora: la generazione di mio figlio (classe 2000) potrà probabilmente vivere fino a cent’anni e forse più, ma come sarà la sua salute? Cosa dovrà mangiare per realizzare al meglio questa sua potenzialità? All’aumento della vita media non corrisponde infatti un aumento della qualità della vita. Anzi…
Sono aumentate molte patologie, una volta sconosciute, come il cancro, le malattie cardiovascolari e quelle degenerative del sistema nervoso, con il risultato fin qui di avere un esercito di nonni per i quali sono necessari ingenti fondi per l’assistenza e le pensioni. Fra vent’anni anch’io farò parte di quel ¼ di italiani che avrà più di 65 anni – cioè circa 12 milioni di persone (di cui oltre 3 milioni che avrà più di 80 anni) con una disabilità di quasi il 50% sugli over 75enni (elaborazione CNR sui dati ISTAT) – e quindi è probabile che mio figlio, oltre a badare alla sua qualità di vita dovrà in qualche misura occuparsi anche di quella mia. Che futuro ci attende?
La scienza ci assicura che per allungare la vita bastano i farmaci e che per migliorarla occorre una corretta ed integrata alimentazione. Che cosa occorre fare allora?
Secondo il World Cancer Research Fund ? dei tumori è causato da un’alimentazione sbagliata, mentre è accertato che frutta e verdura possono prevenire fino al 30% dei casi di cancro. Ma chi ci garantisce la qualità di frutta e verdura? E chi quella della carne? E quella del pesce?
A questi interrogativi hanno cercato di dare qualche risposta i rappresentanti del mondo scientifico, accademico e produttivo intervenuti al Convegno, prendendo in considerazione alcune filiere particolari (olio; carne bovina; salumi; prodotti ittici).
La qualità e la tracciabilità delle produzioni alimentari sono diventate infatti una delle priorità nel sistema produttivo europeo che deve coinvolgere il mondo della produzione, la ricerca e le associazioni dei consumatori: l’integrazione di filiera è ormai un “must” dell’industria alimentare moderna se vuole davvero garantire la sicurezza del consumatore.
Uno studio ha esplorato le risorse che ci può offrire il mare: recentemente una larga parte della ricerca farmacologica è orientata allo studio di molecole estratte da organismi marini (sostanze con attività antibiotica, antifungina, antinfiammatoria, antitumorale potenzialmente importanti per la salute umana) molte delle quali in sperimentazione preclinica o clinica, ma di cui non è certo ancora possibile affermare l’efficacia.
Un’altra prospettiva che si apre è quella degli alimenti selezionati, arricchiti, integrati e soprattutto adattati a queste nuove esigenze di vita, come sostengono i massimi esperti della nutrizione. Una delle relazioni ha fatto il punto sulla sperimentazione delle patate “al selenio”: l’arricchimento con selenio della pianta, ottenuto mediante spray fogliare, ha permesso di aumentare il valore nutrizionale di questo alimento tipico della dieta mediterranea, rendendolo un "alimento funzionale" potenzialmente in grado di prevenire alcune patologie.
Un corretto regime dietetico ed un’attività fisica regolare con conseguente modifica degli stili di vita è la forma di prevenzione e forse, auguriamocelo, di cura più economica che la collettività si possa permettere, per evitare il collasso del sistema economico e l’azzeramento dello stato sociale.
Come nel più recente caso del problema del cambiamento climatico globale, anche per il più semplice problema del sovrappeso individuale il campanello d’allarme più sensibile si è dimostrato essere quello delle grandi compagnie di assicurazione: la prima evidenza fu segnalata, già nel 1959, dalle compagnie assicurative americane che rilevarono la stretta e progressiva relazione esistente tra aumento del peso corporeo, morbosità e mortalità e i conseguenti pesanti oneri economici per i costi diretti e indiretti dell’eccesso di peso.
Per rispondere a queste esigenze occorre dunque promuovere un progetto di informazione e di formazione a 360 gradi, affinché tutti siano consapevoli che il mantenimento del benessere psicofisico dell’individuo nella “terza” come nella “quarta” età, è l’espressione di un “percorso” che parte dall’infanzia.
Il che mi induce a pensare che io e mio figlio dovremo quanto prima “coltivare” insieme la lunga e paziente opera di dissodare un buon pezzetto di terreno ad orto ed aspettare che ciò che abbiamo “seminato” in gioventù dia buoni frutti.

 
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