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No agli F35

No agli F35


(Da: NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO - Numero 804 del 28 aprile 2009 - Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza


1. EDITORIALE. PEPPE SINI: NO AGLI F-35, NO A TUTTE LE ARMI ASSASSINE

La decisione governativa - che coinvolge il governo in carica e quelli che
lo hanno preceduto, e relativi partiti che li sostenevano e sostengono - di
sperperare una montagna di pubblico denaro per costruire nuovi
cacciabombardieri, i famigerati F-35, e' un crimine e una follia.
Essa va rovesciata con la forza del diritto, con la forza della democrazia.
Va rovesciata in nome dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica
Italiana, che ripudiando la guerra implica altresi' il ripudio di armi di
aggressione - anche nucleare - intese a scatenare e condurre nuove guerre
che possono distruggere l'intera civilta' umana.
Essa va rovesciata in nome del diritto di ogni essere umano a non essere
ucciso.
Essa va rovesciata con la presa di coscienza delle persone e delle
istituzioni, con la fedelta' alla Carta delle Nazioni Unite che si apre con
l'impegno dei popoli a contrastare la guerra, con la fedelta' alla
Dichiarazione universale dei diritti umani, con la fedelta' a tutte le
grandi tradizioni di pensiero che si fondano sul principio che e' alla base
della civilta' umana, dell'umana convivenza: tu non uccidere.
*
La pace si costruisce con la pace.
La sicurezza si costruisce nella solidarieta' che ogni essere umano
raggiunge.
Il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti sono la scelta oggi
necessaria e urgente.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.


2. RIARMO. ENRICO PIOVESANA INTERVISTA WALTER BOVOLENTA
[Dal sito di "Peacereporter" riprendiamo la seguente intervista del 20
aprile 2009 dal titolo "Contro gli F-35. Intervista a Walter Bovolenta,
dell'Assemblea Permanente No F-35"]

- Enrico Piovesana: Perche' siete contrari al programma di riarmo F-35 Joint
Strike Fighter?
- Walter Bovolenta: I caccia-bombardieri F-35 rappresentano il primo sistema
d'arma concepito per rispondere alle esigenze della nuova "gendarmeria
mondiale" rappresentata dalla Nato. L'Italia produrra' e si dotera' di un
aereo militare ideato non per difendere il nostro spazio aereo nazionale, ma
per partecipate a future missioni di guerra all'estero, per andare a
bombardare in giro per il mondo, seminando morte, distruzione e sofferenza.
Oltre a queste ragioni di principio, siamo contrari agli F-35 anche per
ragioni di ordine economico: questa impresa costera' ai cittadini italiani
almeno 13 miliardi di euro. Una cifra impressionante, soprattutto in tempi
di crisi economica, che potrebbe essere investita per migliorare le
condizioni di vita di tutti, per redistribuire il reddito, per sviluppare
fonti di energia rinnovabili o per tutelare il nostro territorio.
*
- Enrico Piovesana: A proposito di territorio, perche' giudicate negativo
l'impatto dello stabilimento di Cameri dove verranno prodotti gli F-35?
- Walter Bovolenta: L'aeroporto militare di Cameri, a due passi da Novara e
Varese, diventera' il centro di collaudo di tutti i velivoli che verranno
prodotti e in futuro aggiornati nello stabilimento di Finmeccanica
all'interno della base. Questo significa che per i prossimi decenni i nostri
cieli saranno continuamente solcati da questi caccia, che producono un
enorme inquinamento ambientale e acustico, con le relative gravi conseguenze
per la salute e la qualita' della vita degli abitanti della zona. Non
dimentichiamo che Cameri si trova ai confini del Parco del Ticino. Inoltre,
la nascita di uno stabilimento militare di importanza internazionale
produrra' un'ulteriore militarizzazione del nostro territorio, su cui gia'
gravano le grandi basi militari di Solbiate Olona e di Bellinzago.
*
- Enrico Piovesana: Quando e come e' nata la vostra associazione contro gli
F-35?
- Walter Bovolenta: L'adesione iniziale dell'Italia al progetto Joint Strike
Fighter risale al 1996 ed e' stata successivamente confermata da tutti i
governi, sia di centrodestra che di centrosinistra. Ma la firma definitiva
dell'accordo e' avvenuta solo nel febbraio 2007, quando il sottosegretario
alla Difesa del governo Prodi, Lorenzo Forcieri, ha incontrato a Washington
il suo collega statunitense Gordon England. E' stato allora che diversi
gruppi e associazioni locali presenti sul territorio novarese si erano unite
in un Coordinamento contro gli F-35. Nel 2008, con l'adesione di alcuni
gruppi lombardi contrari al progetto Joint Strike Fighter, il Coordinamento
si e' trasformato in "Assemblea Permanente No F-35".
*
- Enrico Piovesana: Come mai l'opposizione a questo progetto, vecchio di
tredici anni, si fa sentire solo adesso?
- Walter Bovolenta: Il consenso "bipartisan" di tutto il mondo politico
italiano su questo programma di riarmo e il conseguente assoluto silenzio
mediatico verso questa faccenda hanno fatto si' che il movimento pacifista
non si sia mai mobilitato in merito. Finora abbiamo fatto tutto da soli.
*
- Enrico Piovesana: Quali azioni di protesta avete organizzato finora?
- Walter Bovolenta: Abbiamo informato e sensibilizzato la popolazione
locale, interessata dal futuro stabilimento di Cameri, organizzando
incontri, manifestazioni, presidi e mettendo in piedi un sito internet con
documenti e notizie, abbiamo scritto lettere e appelli alle autorita'
locali, nazionali e perfino al presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
Ora stiamo organizzando una grande manifestazione di protesta a Novara per
sabato 30 maggio: l'appuntamento e' alle ore 15, davanti alla stazione
ferroviaria in piazza Garibaldi. Da li' partiremo per percorrere le strade
della citta' e per gridare forte la nostra opposizione a questa ennesima
impresa di morte.


3. RIARMO. STEFANO FERRARIO: PRODUZIONI DI MORTE
[Dal sito di "Peacereporter" riprendiamo il seguente articolo del 20 aprile
2009 dal titolo "Fulmine di guerra" e il sommario "Il caccia F-35 di cui si
dotera' l'Italia e' funzionale all'attuale scenario di guerra permanente"]

Il nuovo "caccia da attacco combinato" (Joint Strike Fighter) F-35
"Fulmine", di cui l'Italia acquistera' 131 esemplari, e' un aereo militare
che, per la sua configurazione, e' predisposto non per giacere in un hangar
o per il controllo dei cieli di un paese, bensi' per compiere azioni di
aggressione - anche con armi nucleari - tipiche dell'attuale scenario di
guerra permanente.
Alenia costruira' 700 esemplari. La costruzione dell'F-35 avverra' negli Usa
(negli stabilimenti della Lockheed Martin in Texas) per le forze armate
nordamericane e britanniche (2.581 aerei), e in Italia (nello stabilimento
Alenia Aeronautica all'aeroporto militare di Cameri, a Novara) per la nostra
aeronautica militare (131 aerei) e per quelle degli altri sei partner
internazionali del progetto: Olanda, Danimarca, Norvegia, Turchia, Canada e
Australia (570 aerei). A questi potrebbero aggiungersi in futuro altri
clienti internazionali: gia' certi Singapore e Israele (con 25 aerei gia'
ordinati piu' 50 in opzione).
13 miliardi solo per cominciare. Il costo dei 131 F-35 per i cittadini
italiani sara' elevatissimo: la cifra di 13 miliardi di euro, che e' solo il
prezzo per l'acquisto dei velivoli, e' destinata ad aumentare poiche' gli
aggiornamenti tecnici di cui questi aerei necessiteranno nel corso degli
anni sono molto costosi.
Questa e' la piu' imponente commessa per Alenia Aeronautica (appartenente al
Gruppo Finmeccanica), che fa gia' affari d'oro con le forniture
all'aeronautica militare italiana dei caccia Eurofighter e con quelle degli
aerei militari da trasporto C-27J "Spartan" alle forze aeree degli ex
satelliti sovietici recentemente entrati a far parte della Nato.
E i risvolti occupazionali? Anche per il programma F-35 si conferma la
scarsissima ricaduta occupazionale per la costruzione di sistemi d'arma in
campo aeronautico rispetto ad analoghi progetti in campo civile. La
differenza di base sta nell'enorme fatturato che garantisce il militare
rispetto al civile. Infatti, sono 2.000 le persone, piu' l'indotto, che gia'
vivono a Cameri sull'industria dei caccia. Potrebbero diventare 2.200, cui
si aggiungerebbero 800 dipendenti dell'indotto, con la partenza del
progetto.


4. RASSEGNA STAMPA. "FAMIGLIA CRISTIANA": E SE RINUNCIASSIMO A 131 AEREI
CACCIABOMBARDIERI?
[Dal settimanale "Famiglia cristiana" n. 17 del 26 aprile 2009 col titolo "E
se rinunciassimo a 131 aerei cacciabombardieri?" e il sottotitolo "Ecco come
trovare i soldi necessari epr la ricostruzione in Abruzzo"]

Gli economisti ne avevano calcolato puntigliosamente i benefici: accorpare
il referendum alle elezioni gia' previste per le europee e le
amministrative, il 6 e 7 giugno prossimi, avrebbe fatto risparmiare circa
400 milioni di euro. Cifra superiore al tetto di spesa per il 5 per mille
(che e' di 380 milioni), e due volte tanto il costo della tanto strombazzata
social card.
Saranno soldi pubblici sciupati malamente, in un momento in cui gli
italiani, con generosita', aiutano con i loro soldi le vittime del terremoto
d'Abruzzo. Uno spreco che i cittadini non capiscono ne' accettano. I
politici potranno arrampicarsi sugli specchi (come stanno facendo), ma non
c'e' una sola "buona ragione" che giustifichi tanto spreco.
O meglio, una ragione c'e': il ricatto della Lega, che tiene sotto scacco il
Governo e il Paese intero. L'ha ammesso il presidente della Camera,
Gianfranco Fini, che pubblicamente ha espresso i suoi dubbi: "Sarebbe un
peccato se per la paura di pochi si rinunciasse a tenere il referendum il 6
e 7 giugno, spendendo centinaia di milioni che potrebbero essere
risparmiati".
Anche la Confindustria e' irritata, e la sua presidente, Emma Marcegaglia,
non e' stata tenera: "Una cosa inaccettabile".
C'e' poi il disarmato sconcerto di chi, semplice cittadino, solidale con i
terremotati, s'e' trovato ad assistere a un altro stucchevole dibattito:
togliere (solo per quest'anno, per carita'!) la possibilita' di destinare il
5 per mille alle organizzazioni di volontariato, che tanto si danno da fare
contro la poverta' e l'emarginazione, sia in Italia che all'estero; anzi,
no, aggiungere una specifica voce "pro terremoto" nella casella del 5 per
mille.
Come dire, "una guerra tra poveri", una sorta di sondaggio se aiutare o no
le popolazioni abruzzesi, in concorrenza con altre "emergenze ordinarie"
(assistenza agli anziani, ai disabili, ai minori...). "Non si puo' mettere
in concorrenza l'associazionismo, il volontariato e l'Abruzzo, quasi fossero
cose opposte o alternative", ha detto il presidente delle Acli, Andrea
Olivero, "quando e' il volto dell'associazionismo e del volontariato il
primo che hanno potuto vedere i terremotati colpiti da questa sciagura".
Oppure (che idea!), sospendere l'8 per mille alle confessioni religiose
(meglio se solo quello alla Chiesa cattolica), dimenticando che la quota che
va allo Stato gia' dovrebbe essere destinata "a scopi di interesse sociale o
di carattere umanitario".
Ci si affanna a cercare fondi per la ricostruzione, senza pesare sui
cittadini con nuove tasse (anche se non sarebbe scandaloso un contributo dei
redditi piu' alti, a cominciare dai parlamentari). Eppure, una soluzione ci
sarebbe. E da sola basterebbe a finanziare la ricostruzione dell'Abruzzo,
oltre a fronteggiare i drammatici effetti della crisi economica, che e' gia'
sparita dalle pagine dei giornali, ma non per questo e' meno grave,
soprattutto per le famiglie.
Si tratterebbe di bloccare la spesa approvata in gran silenzio dalle
Commissioni Difesa della Camera e del Senato per l'acquisto di 131 aerei
cacciabombardieri dal costo di 100 milioni di euro l'uno (con il costo di un
aereo si potrebbero costruire 400 asili nido o pagare l'indennita' di
disoccupazione a 80.000 precari). Visto che la Guerra fredda e' finita e che
non dobbiamo invadere la Cina, rinunciare a questi aerei d'attacco (meglio
noti con la sigla F-35), in grado di trasportare ordigni nucleari, ci
consentirebbe di ricavare risorse per oltre 12 miliardi di euro. Esattamente
il fabbisogno stimato per la ricostruzione in Abruzzo.
 

RIARMO. GIORGIO SALVETTI: F-35

[Dal quotidiano "Il manifesto" del 22 aprile 2009 col titolo "Cameri oscura"

e il sommario "Nella base dove saranno assemblati i Caccia F-35. Un affare

di guerra. Novara non e' in Abruzzo. Ecco dove lo Stato preferisce spendere

15 miliardi di euro per finanziare le industrie belliche e per infilarsi in

un affare tutto americano. Alla faccia della crisi e della ricostruzione

delle zone terremotate. L'opposizione, sull'attenti, risponde Signorsi'"]

 

E' la risposta definitiva? Si'. Le commissioni di Camera e Senato l'8 aprile

scorso hanno dato parere favorevole al progetto Jsf. 15 miliardi di euro per

assemblare e acquistare cacciabombardieri americani. Altro che terremotati e

fondi per uscire dalla crisi. L'Italia preferisce finanziare l'industria

bellica e prepararsi a bombardare paesi stranieri alla faccia dell'articolo

11 della Costituzione. L'opposizione? Non esiste. Il Pd in commissione si e'

limitato a non partecipare al voto e solo la senatrice Negri (Pd) ha optato

per l'astensione. Contrari? Nessuno. Il Pd si agita per risparmiare qualche

milione di euro e far votare il referendum lo stesso giorno delle europee,

ma non dice una parola contro l'acquisto miliardario di aerei da guerra. Non

c'e' da stupirsi: furono propri i governi del centrosinistra a infilare

l'Italia nell'affare militare piu' grande del secolo, e ora, cornuti e

mazziati, e' il centrodestra a concludere con successo la partita.

*

Per un pugno di dollari

Il progetto Jsf (Joint Strike Fighter) ha preso il volo nel 1996. Il costo

iniziale previsto solo per sviluppare il programma era di 25 miliardi di

dollari. In 12 anni la cifra e' raddoppiata. Si tratta della realizzazione

di circa 6.000 cacciabombardieri F-35 Lightning II, velivoli supersonici, in

grado di eludere l'intercettazione radar, in grado di levarsi in volo da

portaerei e concepiti per bombardamenti terra-aria. Insomma perfetti per

andare a bombardare paesi lontani. Gli Usa ne acquisteranno circa 2.500

entro il 2034. Gli altri saranno venduti all'estero. Solo nell'ultimo anno

la spesa per i nuovi caccia e' aumentata di 23 miliardi, troppi in tempo di

crisi globale, tanto che la Corte dei conti americana ha avanzato riserve

sul progetto. Tutti questi soldi vanno dalle casse dello Stato alla Lockheed

Martin di Fort Woth in Texas. Il primo F-35 e' uscito dalla fabbrica nel

2006. I partner stranieri del progetto contribuiscono per 4,8 miliardi di

dollari. Con percentuali diverse. L'unico partner di primo livello e' la

Gran Bretagna che finanzia l'operazione per il 10%. Italia e Olanda con il

5% sono partner di secondo livello. Seguono con l'1% Canada, Turchia,

Australia, Norvegia e Danimarca, per pochi milioni partecipano anche Israele

e Singapore che saranno acquirenti privilegiati dei nuovi caccia.

*

Non siamo mica gli americani

Nel 1996 fu il ministro della difesa del Governo Prodi, l'ex democristiano

Andreatta, a far valere i propri contatti oltreoceano per inserire l'Italia

nel progetto Jsf. L'Italia in cambio del proprio appoggio politico ed

economico avrebbe avuto commesse sostanziose per le proprie industrie

militari, Alenia-Finmeccanica su tutte. E si sarebbe presa l'onere e l'onore

di ospitare nell'aeroporto militare di Cameri (Novara), la linea di

montaggio finale (Faco) piu' grande al di fuori degli Usa, in pratica uno

stabilimento per l'assemblaggio delle parti dell'F-35. Con un indotto che

coinvolge 40 siti industriali in tutto lo stivale. Solo per entrare

nell'affare, l'Italia ha sborsato un miliardo di euro, 600 milioni servono

per costruire il Faco a Cameri e 12,8 miliardi saranno spesi in rate da un

miliardo all'anno fino al 2026 per acquistare 131 F-35 che dovrebbero

sostituire i "vecchi" Tornado. I lavori a Cameri inizieranno entro la fine

del 2009, lo stabilimento entrera' in funzione nel 2012, e i primi aerei

dovrebbero essere pronti a decollare nel 2013. All'inizio un singolo F-35

costava 45 milioni di euro, gia' oggi il costo e' di 91 milioni (+45%) e nei

prossimi anni e' destinato a decollare. La scelta italiana e' stata

ratificata dal parlamento nel 1998 sotto il governo D'Alema e nel 2002 con

Berlusconi, si e' conclusa con la firma a Washington del sottosegretario

alla difesa Forcieri (Ds). Dopo il parere favorevole della commissione

difesa dell'8 aprile scorso non ci sono piu' ostacoli.

*

Cameri oscura

Un vecchio aereo come monumento, un piazzale vuoto, un cancello e chilometri

di filo spinato che squarciano il parco del Ticino. L'aeroporto di Cameri ha

un profilo basso, nulla di appariscente, eppure occupa un'area molto vasta.

A pochi chilometri c'e' la caserma Babini, la seconda piu' grande base per

superficie dell'esercito italiano, che fornisce uomini e mezzi alla vicina

base Nato di Solbiate Olona sull'altra sponda del Ticino, a due passi

dall'aeroporto della Malpensa. Dovrebbe essere un parco e invece e' una

grande zona militare. Nei boschi si possono vedere le tracce dei cingolati

dei carrarmati attraversate dalle lepri. Al di la' del muro dell'aeroporto

si intravedono i capannoni delle industrie aeronautiche e uno stabilimento

nuovo quasi terminato. Si tratta dell'edificio per la manutenzione degli

Eurofighters, un altro aereo da guerra, un intercettore di progettazione

europea. Quando un anno fa il primo Eurofighters e' atterrato a Cameri, si

e' fatta festa con gli alti gradi dell'esercito. L'aeroporto ha quasi cento

anni. Passo' dalla cavalleria all'aeronautica ai tempi della prima guerra

mondiale. Fino a 15 anni fa serviva alla manutenzione dei Tornado, poi e'

entrato in letargo. Ora sta per rinascere. Anche se e' molto comodo darlo

per morto. La popolazione locale lo va a visitare come fosse un parco per

famiglie, ci vanno le scuole in gita, si fanno feste di primavera per vedere

i jet, in questi giorni sono attesi i soci Coop che per 13 euro vanno a

farsi un giretto nella base in tempo di pace. Eppure da Cameri sono partiti

i soldati per la prima guerra del Golfo e la Taurinense diretta in

Afghanistan. Nessuno sa, o vuole dire, quale sia precisamente lo stato

giuridico dell'aeroporto, quanto appartenga all'Italia, quanto alla Nato,

quanto ai privati. Non e' chiaro neppure quante persone ci lavorano, si dice

circa 2.000. Con il progetto Jsf, Cameri in pochi anni compie un vero e

proprio giro della morte, dallo stato di quiescenza a stazione di

manutenzione degli Eurofighters, fino a base di assemblaggio degli F-35. Che

ci guadagnano i cittadini di Novara e dintorni? Si e' straparlato di 10.000

nuovi posti di lavoro. Ma non e' cosi', persino l'esercito ammette che a

Cameri, nel momento di massimo sviluppo, si raggiungeranno forse 600 posti

di lavoro, in arrivo da fuori Novara (dall'Alenia di Napoli e Torino).

*

Affari di guerra

Alenia Aeronautica (Finmeccanica) incassera' dallo Stato per gli F-35 722

milioni di euro, Piaggio 88 milioni, l'Oto Melara 141 milioni, la Aermacchi

11 milioni e mezzo. In tutto le ditte italiane che parteciperanno al

banchetto sono 29. Un settore, quello bellico, non certo in crisi che non

richiede di ulteriori aiutini miliardari dello Stato. Se nel 1995 le armi

non tiravano, ora e' un vero boom, la riconversione e' al contrario. Le

industrie belliche italiane nel 2008 hanno guadagnano 4,3 miliardi di euro

(+222%) e lo stato italiano e' l'ottavo al mondo per spesa in armamenti.

Dunque, scarsa ricaduta occupazionale, altissime spese pubbliche ed enormi

incassi per i privati, per dotarsi di caccia d'attacco americani. L'Italia,

in quanto partner di secondo livello, non avra' neppure accesso ai segreti

tecnologici delle armi che assembla. Sara' suddita una volta di piu' degli

Stati Uniti, tanto che francesi e tedeschi non hanno nessuna intenzione di

far parte dell'operazione che scontenta anche la lobby degli intercettori

Eurofigthers di costruzione europea. L'Italia ha gia' speso 7 miliardi di

euro per questi caccia e ora gia' vuole gli F-35 americani. Un'operazione

che lascia molti dubbi anche a militaristi nazionalisti ed europei.

*

Meglio la paniscia?

"Nouvelle cousine? No, meglio la paniscia!". Novara e' tappezzata da

manifesti enormi. Accanto alla scritta leghistoide (la paniscia e' un

minestrone tipico di Novara) c'e' il faccione del presidente uscente della

provincia di Novara, Sergio Vedovato (Pd). Un signore che si ricandida alla

Provincia dopo aver revocato la delega alla pace all'assessore Marina Fiore

(Pdci), colpevole di essersi pronunciata contro gli F-35. I vendoliani del

Prc appoggiano il presidente, i ferreriani li seguono. La Cgil traccheggia,

qualche singolo dice no ma le segreterie non si pronunciano: il lavoro prima

di tutto, anche se e' una promessa che non verra' mantenuta e anche se si

producono armi micidiali. La Regione della presidente Bresso (Pd) tace e

acconsente, il comune di Novara a guida Lega-Pdl e' entusiasta.

In questo quadro resistono due gruppi di cittadini volenterosi: l'Assemblea

No-F35 e la Tavola per la pace che ha incassato l'appoggio del mondo

cattolico illuminato, ma ha man mano perso gli interlocutori politici. Nella

precedente legislatura aveva raccolto cento firme di parlamentari contrari,

ora non ha ricevuto alcuna risposta: non c'e' piu' nessuno disposto a

guidare una delegazione che ispezioni l'aeroporto. E i novaresi? Non siamo a

Vicenza, l'aeroporto di Cameri non sconvolge il panorama ed e' ben

integrato, non siamo di fronte a una protesta locale a difesa del proprio

territorio (nimby), e' una protesta sanamente antimilitarista. E forse per

questo non e' ancora decollata. Il 30 maggio a Novara si terra' una

manifestazione nazionale, le adesioni sono gia' numerose. Speriamo che il no

agli F-35 prenda il volo.



CITAZIONI


Possiamo comprenderci l'un l'altro, ma ognuno può interpretare soltanto sé stesso. (Hermann Hesse)

  • D.W.Winnicott

    D.W.Winnicott

    Un individuo CREATIVO è un individuo sano e libero, che non REAGISCE, ma AGISCE.

    Vivendo in modo creativo ci si rende conto del fatto che ogni cosa che facciamo aumenta il senso di essere vivi, di essere noi stessi, insostituibili e unici.

    La creatività è l'AZIONE che deriva dall'ESSERE, segno che colui che è, è vivo.Tuttavia, affinché l'individuo ESISTA, e la sua azione sia creativa, deve dominare in lui il fare IMPULSIVO su quello REATTIVO.

  • Albert Einstein

    Albert Einstein

    Chiunque consideri la propria e l'altrui vita come priva di significato è non soltanto infelice ma appena degno di vivere.Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato.

    Ci sono due modi di vivere la vita. Uno è pensare che niente è un miracolo. L'altro è pensare che ogni cosa è un miracolo.

    Un tavolo, una sedia, un cesto di frutta e un violino; di cos'altro necessita un uomo per essere felice?

    Cento volte al giorno ricordo a me stesso che la mia vita interiore e esteriore sono basate sulle fatiche di altri uomini, vivi e morti, e che io devo sforzarmi al massimo per dare nella stessa misura in cui ho ricevuto.

  • Martin Luther King

    Martin Luther King

    Se un uomo non ha ancora scoperto qualcosa per cui morire non ha ancora iniziato a vivere.

    La vera misura di un uomo non si vede nei suoi momenti di comodità e convenienza bensì tutte quelle volte in cui affronta le controversie e le sfide.

    Alla fine, non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma i silenzi dei nostri amici.

    Nulla al mondo è più pericoloso che un'ignoranza sincera ed una stupidità coscienziosa.

    Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l'arte di vivere come fratelli.

  • Mahatma Gandhi

    Mahatma Gandhi

     Prendi un sorriso, regalalo a chi non l'ha mai avuto. Prendi un raggio di sole, fallo volare là dove regna la notte. Scopri una sorgente, fa bagnare chi vive nel fango. Prendi una lacrima, posala sul volto di chi non ha pianto. Prendi il coraggio, mettilo nell'animo di chi non sa lottare. Scopri la vita, raccontala a chi non sa capirla. Prendi la speranza, e vivi nella sua luce. Prendi la bontà, e donala a chi non sa donare. Scopri l'amore, e fallo conoscere al mondo.

    Meglio avere un cuore senza parole

    Dio creò l’uomo perché si procurasse il cibo con il lavoro e disse che chi mangiava senza lavorare era una ladro. 

  • Nelson Mandela

    Nelson Mandela

    Niente come tornare in un luogo rimasto immutato ci fa scoprire quanto siamo cambiati.

    Per gli uomini, la libertà nella propria terra è l'apice delle proprie aspirazioni.

    Più potente della paura per l'inumana vita della prigione è la rabbia per le terribili condizioni nelle quali il mio popolo è soggetto fuori dalle prigioni.

    Non c'è niente di più incoraggiante per un detenuto politico del sapere che la sua vita non è andata sprecata

    Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l'incudine delle azioni di massa ed il martello della lotta armata dobbiamo annientare l'apartheid!

  • Hermann Hesse

    Hermann Hesse

    “L'amore non bisogna implorarlo e nemmeno esigerlo. L'amore deve avere la forza di attingere la certezza in se stesso. Allora non sarà trascinato, ma trascinerà.”

    “Ogni amore ha la sua tragicità, ma questo non é un buon motivo per non amare più.”

    “Nulla è più pericoloso e mortale per l'anima che occuparsi continuamente di sé e della propria condizione, della propria solitaria insoddisfazione e debolezza.”

    “Quando un uomo rivolge tutta la volontà verso una data cosa, finisce sempre per raggiungerla.”

    “Dove si crea un'opera, dove si continua un sogno, si pianta un albero, si partorisce un bimbo, là opera la vita e si è aperta una breccia nell'oscurità del tempo.”