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Gli italiani, la scienza e l'ambiente

Gli italiani, la scienza e l'ambiente


Gli italiani riconoscono nel degrado ambientale uno dei problemi più rilevanti a livello mondiale, secondo solo alla fame nel Terzo Mondo. Suscitano preoccupazione in particolare l’inquinamento dell’aria (33,1%) e lo smaltimento dei rifiuti (31,4%). Altri aspetti come la qualità del cibo, l’inquinamento dell’acqua o il degrado del paesaggio sono considerati meno rilevanti. Ma non mancano atteggiamenti di fatalismo e indifferenza.
Sono alcuni dei dati che emergono dall’indagine “
Gli Italiani, la scienza e l’ambiente. Secondo rapporto su scienza, tecnologia e opinione pubblica in Italia”, realizzata da Observa - Science in Society, con il sostegno della Compagnia di San Paolo e pubblicata per Il Mulino nell’Annuario Scienza e Società 2009.

I dati dell’indagine evidenziano atteggiamenti articolati nei confronti dell’ambiente e dei temi della sostenibilità. Il 17,6% degli italiani, più spesso maschi e di giovane età, è qualificabile come
fatalista indifferente: si preoccupa poco dei problemi dell’inquinamento e del degrado ambientale e pare poco disposto ad aumentare i propri sforzi in favore della sostenibilità ambientale.
Un orientamento ugualmente fatalista, ma con maggiore propensione a stili di vita ecosostenibili accomuna un intervistato su quattro (25,2%) nel tipo del
fatalista pragmatico.
Oltre la metà degli italiani ritiene invece che la tutela dell’ambiente sia responsabilità di ogni cittadino. In particolare, il 28,5%, più spesso donne con un livello di scolarità medio-alto, si impegna in prima persona in comportamenti eco-sostenibili e di risparmio energetico (installando lampadine a basso consumo, elettrodomestici a basso consumo, nuovi infissi più isolanti) e si identifica nel profilo dell’
impegnato responsabile. Il restante 28,7% è qualificabile, invece, come responsabile ‘a parole’.


Per approfondimenti: http://www.observa.it/primopiano.aspx?page=620&LAN=ITA



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