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La Cina si compra un pezzo di Laos...

DIRITTI UMANI

«Questa è Cina» dice un giovane impiegato del Royal Hotel di Boten, una cittadina lao. A meno di un chilometro dal confine con la Cina, ma pur sempre in Laos. «No, è Cina» riafferma deciso l'impiegato per controbattere l'obiezione. Tutto sommato, ha ragione lui. E non solo perché a Boten si parla cinese, la maggioranza della popolazione è cinese, la valuta corrente è il renminbi, si mangia alla cinese e si beve tè e non caffè, come in Laos.
Questa è Cina perché rientra nella Boten Special Economic Zone, un'area di 52 kmq che il governo Lao ha dato in concessione alla Boten Golden Land, una compagnia di Hong Kong, cedendole tutti i profitti, ogni diritto e potere, a eccezione di quello militare, giudiziario e diplomatico. E' la tecnica consolidata nei secoli dai mercanti cinesi Teochiu: "erano soddisfatti di controllare l'economia e lasciavano ad altri il controllo dell'esercito, della polizia e del governo", scrive Sterling Seagrave in "Lords of the Rim", saggio sull'influenza cinese in sud-est asiatico.
A Boten il controllo economico si manifesta soprattutto nei piani immobiliari: la fase 1, appena conclusa, comprende due casinò e immensi condomini che alloggiano tutti quelli che a Boten trafficano e lavorano. Molti, però, sono disabitati o semivuoti, in attesa dei nuovi inquilini previsti per le due fasi successive, quando saranno aperti altri casinò, alberghi, centri commerciali. E un campo da golf a 18 buche.
Quella che appare a Boten è un'immagine metafisica in cui le piazze sono spianate di detriti di ciò che era il precedente villaggio lao, oltre le quali s'innalzano palazzi color pastello in stile disney-dorico-liberty; dove le nuove strade indicate da cartelli segnaletici cinesi e delimitate da file di negozi dalle serrande ancora abbassate, intersecano vicoli bordati da baracche e canali di scolo. In questo impianto urbano, che sembra disegnato da un programmatore di videogame postatomici, si alternano negozi in duty-free che vendono sigarette americane e cognac francesi, sale gioco, biliardi e pornoshop. Questi, oltre ai tradizionali accessori erotici, espongono eleganti confezioni metalliche in vendita a circa 50 euro: racchiudono tre fiale di bile d'orso adagiate su un panno di stoffa rossa. Molto più cara la cistifellea d'orso: circa 800 euro. Quei magici elisir di potenza virile sono prodotti locali: in uno dei palazzi di Boten, accanto a un condominio riservato alle prostitute, a quanto pare, sono "allevati" in gabbia alcuni orsi da cui è regolarmente drenata la bile e che poi sono macellati (la carne d'orso è una delle specialità dei ristoranti locali, che espongono cartelli con ogni genere d'animale esotico).
Oltre al gioco, agli stimolanti sessuali e alle ghiottonerie, Boten offre ai visitatori cinesi molta compagnia: i bordelli sono l'esercizio commerciale più diffuso, in forma di negozi di parrucchiere o sale massaggio, mentre attorno all'albergo e ai casinò le prostitute fermano gli uomini consegnando un biglietto da visita disegnato a fiorellini col loro numero di cellulare. (...)

L'articolo:
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-04-17/cina-compra-pezzo-laos-193204.shtml?uuid=Aa20voPD

Informazioni di base:
http://it.wikipedia.org/wiki/Laos

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