Get Adobe Flash player
Home Notizie dal mondo AGI Esteri

News

Agi
Agi contents

Agi
  • ISRAELE ATTACCA L'IRAN

    AGI -  Israele ha lanciato un attacco all'Iran, all'alba di oggi, 19 aprile, colpendo una base militare nella provincia di Esfahan, nella zona centrale del Paese. Lo spazio aereo su Teheran e in altre città è stato chiuso per alcune ore. Esplosioni sono state registrate anche nel sud della Siria. L'Iran ha dichiarato di aver abbattuto diversi droni e che non c'è stato "nessun attacco missilistico per ora" sul Paese, dopo che sono state udite esplosioni vicino alla città centrale di Isfahan. 

     

    Media Turchia, Israele ha colpito anche Siria e Iraq

    L'attacco sferrato da Israele questa notte non ha avuto come unico obiettivo l'Iran, ma anche Siria e Iraq. A riportare la notizia sono i principali media turchi, tra cui la Cnn Turk, secondo cui i droni dello Stato ebraico avrebbero colpito anche obiettivi con legami con l'Iran e non ancora specificati, in Siria e Iraq, due Paesi in cui l'influenza di Teheran è cresciuta negli ultimi anni

    Aiea, nessun danno siti nucleari Iran, urge moderazione

    L'agenzia internazionale dell'energia atomica Aiea "puo' confermare che non vi sono danni ai siti nucleari dell'Iran". È quanto si legge sul profilo ufficiale dell'agenzia su X. "Il direttore generale Rafael Grossi continua a chiedere a tutti un'estrema moderazione e ribadisce che gli impianti nucleari non dovrebbero mai essere un obiettivo nei conflitti militari. L'AIEA sta monitorando la situazione molto attentamente", conclude il messaggio

    Tajani, invitiamo a prudenza, no attacco a Rafah

    Il messaggio che sarà lanciato da Capri, dove è in corso il G7 dei ministri degli Esteri, è un appello alla prudenza: "La presidenza italiana del G7 invita alla prudenza e a un'assoluta de-escalation", ha detto il ministro Antonio Tajani a Rai News 24 commentando l'attacco israeliano delle scorse ore. "Chiediamo di fermare l'attacco a Rafah, vediamo se saremo convincenti", ha aggiunto. "Lanciamo un appello alla de-escalation, alla prudenza". 

    Usa era stata avvertita dell'attacco

    Washington era stato avvisato in anticipo dell'attacco israeliano all'Iran. Lo riportano alcuni media americani

    Ripresi i voli dall'aeroporto di Teheran

    Secondo i media di Stato iraniani il principale aeroporto di Teheran ha ripreso la sua regolare attività. Tutti i voli erano stati sospesi, con tanto di chiusura dello spazio aereo, come conseguenza dell'attacco subito alle prime luci dell'alba. 

    Australia ai suoi cittadini, "lasciate subito Israele"

    L'Australia ha chiesto ai suoi cittadini di lasciare subito Israele. "C'è una elevata minaccia di attacchi terroristici e militari contro Israele e gli interessi di Israele nella regione - riporta una nota del dipartimento degli Affari esteri australiani - le condizioni di sicurezza potrebbero deteriorarsi velocemente. Chiediamo agli australiani che stanno in Israele o nei Territori occupati palestinesi di partire se è possibile"

    Media, nessun danno rilevante da attacco

    L'agenzia di stampa ufficiale iraniana Irna ha annunciato che "non sono stati segnalati danni rilevanti" in seguito alle esplosioni udite all'alba. "In seguito all'attivazione della difesa aerea in alcune regioni del Paese, "non sono stati segnalati danni o esplosioni su larga scala", ha dichiarato l'agenzia, sulla base delle informazioni riportate dai suoi giornalisti. L'agenzia ha aggiunto che "non sono state ricevute segnalazioni di lancio di sistemi di difesa missilistica"

    Gli Usa: "Mai autorizzato risposta"

    Gli Stati Uniti non avevano dato il via libera alla risposta israeliana all'Iran. Lo riporta la Cnn che cita fonti dell'amministrazione Biden.
    "Noi non avevamo approvato la risposta", ha dichiarato un rappresentante del governo. L'attacco e' stato lanciato poche ore dopo che il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian aveva detto proprio alla Cnn che se Israele avesse lanciato attacchi ci sarebbe stata una reazione "immediata e ai massimi livelli". 

    Nessun commento da parte di Israele

    L'esercito israeliano "non ha commenti da fare in questo momento" ma non ci sarebbero impianti nucleari tra i bersagli dell'attacco lanciato all'Iran. Lo riporta la Cnn, che aveva chiesto notizie riguardo le esplosioni sentite in Iran.
    Gli obiettivi degli attacchi, secondo un rappresentante dell'amministrazione Usa, non sono nucleari

    Chisura dello spazio aereo

    Con la chiusura dello spazio aereo sopra i cieli dell'Iran, risultano, secondo il sito flightradar24 che traccia i voli di tutto il mondo, soltanto 24 aerei che stanno attualmente circolando sopra l'Iran. L'area sulla mappa elettronica e' l'unica ad apparire semivuota.

     

    Secondo quanto riferito da tre funzionari iraniani al New York Times l'attacco avrebbe colpito una base aerea militare nei pressi della citta' di Isfahan, nell'Iran centrale, a circa 350 km di distanza dalla capitale Teheran. 

     

     



  • Da Verrazzano,  'star' contemporanea di un nuovo docufilm

    AGI - Giovanni Da Verrazzano, un navigatore rinascimentale forse meno conosciuto di Colombo, Caboto e Vespucci, ma non di meno importante per le prospettive che le sue esplorazioni aprirono nel campo della geografia e della cartografia moderna. Da oggi tuttavia molti newyorkesi sanno anche che Da Verrazzano è molto di più del coraggioso esploratore-umanista che, primo fra gli europei, solcò i mari, tra Staten Island e Brooklyn, risalendo la baia dove sarebbe sorta l'iconica metropoli americana. E non è un caso se porta il suo nome uno dei ponti sospesi più lunghi del mondo, quello sotto cui passa la maggior parte del traffico marittimo diretto a New York e in New Jersey.

     

     

    La sua vita avventurosa è stata brillantemente ricostruita nel primo docufilm a lui dedicato - "Giovanni Da Verrazzano: Dal Rinascimento a New York City" - proiettato, in anteprima nazionale, nella Grande Mela in concomitanza con il 500mo anniversario dell'avvistamento, il 17 aprile del 1524, dell'odierna Manhattan da parte dell'esploratore di Greve in Chianti.

     

     

    Una pellicola prodotta dal giornalista americano Alan Friedman e Beaver Lake Pictures, in collaborazione con Rai Documentari, che finalmente tributa al personaggio - interpretato dall'attore Carlo Jr Perdersoli - onori che per secoli gli furono negati: Francesco I di Francia che (solo in parte) aveva finanziato la spedizione, all'epoca era ‘distratto' dalle sue guerre in Europa e troppo a corto di denaro per poter valorizzare le scoperte di Verrazzano o continuare a sostenerle. Dai suoi preziosi resoconti, scritti con dovizia di particolari, saranno altri esploratori, al soldo di altri sovrani, a trarre benefici e gloria.

    Circostanze storiche avverse che in, buona sostanza, fecero calare il sipario anche su chi rese concretamente possibile la spedizione: il banchiere fiorentino Antonio Gondi che vi contribuì, nel 1523, prestando i primi 700 scudi e spendendosi personalmente, con Francesco I di Francia, per convincerlo a cofinanziare l'impresa.  

      

     

    De Verrazzano in realtà, ha chiarito Friedman parlando del suo progetto, “fu in molti modi più importante di Cristoforo Colombo”. E, infatti, sono stati piccoli ma non secondari “scoop storici” come quelli raccontati sul grande schermo a conquistare letteralmente il selezionatissimo pubblico di New York in una soirée orgogliosamente organizzata dalla National Italian American Foundation (Niaf) che ha visto una nutrita rappresentanza di politici e diplomatici italiani, con le alte cariche delle principali organizzazioni italoamericane affollare il Paley Center.

     

     

    La proiezione, anticipata dalla stampa locale e attesa con grande curiosità, ha raccolto lunghi applausi da parte di un pubblico, tanto coinvolto quanto sorpreso da un'opera che, attraverso testimonianze e documenti del tempo, mette in luce il ruolo fondamentale del navigatore nel collegare Europa e America del Nord.  Un'opera che ci riconsegna l'immagine, assolutamente contemporanea, di un giovane eroe del suo tempo, pieno di sogni e sete di conoscenza.

    E così, dopo lunghi applausi, non sono mancate le domande agli ‘addetti ai lavori': Alan Friedman e il regista Giuseppe Pedersoli (figlio di Bud Spencer) con il marchese Bernardo Gondi, discendente diretto del banchiere che accordò il primo prestito a De Verrazzano, il governatore della Toscana Eugenio Giani, grande appassionato di storia e Massimo Panizzi, comandante dell'Istituto Geografico Militare (Igm) dove tuttora sono conservate le prime mappe tracciate sulla base delle descrizioni rese dal navigatore. Perché – spiega Panizzi – “De Verazzano fu senza dubbio il primo esploratore a dare sostanza alle conoscenze geografiche del tempo, di fatto arricchendole con dettagli sui territori, sulla loro morfologia ma anche sulle popolazioni che li abitavano”.

     

     

    A lui, insomma, il merito non certo marginale di aver reso più eloquente un Mondo che prima, per gli europei, non esisteva. (AGI)

     

     

     

     

     



  • Il ministro degli Esteri turco vede il capo di Hamas, Ankara rientra nel negoziato

    AGI - Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, è rientrato dal Qatar dove ha incontrato la propria controparte locale, ma soprattutto il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Il dialogo tra il capo della diplomazia di Ankara e il numero uno dell'organizzazione palestinese è stato rivelato dai media turchi ma non era stato annunciato in un primo momento. La notizia arriva mentre il Qatar, secondo quanto riferiscono i media israeliani, starebbe valutando di ritirarsi dal ruolo di mediatore tra Israele e Hamas.

     

    La diplomazia di Doha è finora stata in prima linea nella ricerca di un'intesa che consenta la liberazione dei 133 ostaggi israeliani, dal 7 ottobre scorso prigionieri nella Striscia di Gaza. In questo contesto, la Turchia torna a rivendicare con i fatti un ruolo nel faticoso negoziato in corso. È di mercoledì la notizia di una prossima visita in Turchia del leader di Hamas Haniyeh, che sabato prossimo sarà ricevuto dal presidente Recep Tayyip Erdogan. Al centro dell'incontro ci sarà l'accesso agli aiuti umanitari per la popolazione civile di Gaza, ma anche i tentativi di arrivare al cessate il fuoco e di evitare una escalation tra Israele e Iran. Appena ieri Erdogan aveva ribadito il sostegno ad Hamas, definito "un movimento di liberazione" e paragonato alla lotta per l'indipendenza che la Turchia ha portato avanti tra il 1915 e il 1920 contro Gran Bretagna e Grecia.

     

    Il governo turco mantiene vivi i contatti con Hamas, ospita sul proprio territorio dei leader del movimento e si rifiuta di considerare l'organizzazione palestinese un gruppo terroristico, come gli Usa e i Paesi europei. Erdogan, Fidan e il capo dei servizi segreti hanno anche telefonato la scorsa settimana al leader di Hamas per porgere le condoglianze in seguito all'uccisione dei suoi tre figli, colpiti da un bombardamento israeliano a Gaza. Il presidente turco appena l'altro ieri è tornato ad accusare Israele di genocidio e puntare il dito contro "il sostegno incondizionato dell'occidente in un massacro destinato a rimanere per sempre una macchia nella storia".

     

    "Combatterò per la causa palestinese e sarò la voce della popolazione oppressa anche se dovessi rimanere l'unico", ha detto Erdogan. Alla fine della scorsa settimana, prima attraverso il Segretario di Stato americano Antony Blinken, e dopo l'attacco iraniano a Israele attraverso il capo della Cia William Burns, gli Stati Uniti hanno chiesto ad Ankara di mediare per evitare un'escalation. Alla richiesta è seguita una telefonata tra il capo dell'intelligence turca con non meglio specificati rappresentanti di Hamas. Erdogan è atteso alla Casa Bianca il 9 maggio prossimo, dove incontrerà il presidente americano Joe Biden e farà valere ancora una volta la propria capacita' di muoversi su più tavoli. Il conflitto tra Israele e Hamas ha fra l'altro anche contribuito a riavvicinare Turchia e Iran. La Casa Bianca punta sull'influenza che Erdogan ha su Hamas e Teheran, ma anche sulla necessità del leader turco di tentare qualsiasi strada per evitare al proprio Paese conseguenze di un allargamento del conflitto a tutta la regione. 



  • La riforma del Mercato unico dell'Ue parte in salita

    AGI - Parte in salita la riforma del Mercato unico dell'Ue per essere all'altezza della sfida con Cina e Stati Uniti. Il confronto tra i Ventisette sul rapporto di Enrico Letta è durato quasi otto ore con un tira e molla sui termini da usare nelle conclusioni del vertice Ue. Il Mercato unico ha quasi quarant'anni e ha contribuito alla nascita di giganti europei nel settore chimico, aeronautico e automobilistico. Ma soffre di punti ciechi: la finanza, ma anche le telecomunicazioni, l'energia e la difesa restano settori frammentati da diverse normative nazionali che penalizzano la competitività.

     

    "C'è stato un dibattito molto lungo perché le posizioni di partenza sono divergenti", ha ammesso il presidente francese Emmanuel Macron, riferendosi all'integrazione dei mercati dei capitali, al termine della giornata di discussioni. "Questa nuova cattedrale, l'Unione del risparmio e degli investimenti, è la chiave per poter mobilitare i finanziamenti privati per le nostre priorità. Oggi abbiamo stabilito un metodo, dei principi, un calendario, da giugno torneremo sull'argomento", ha aggiunto. "Più di 300 miliardi di euro lasciano ogni anno l'Europa per investire negli Stati Uniti perché il mercato europeo è frammentato e non abbastanza attrattivo", ha insisito Letta nella sua due giorni a Bruxelles.

     

    "La proposta del debito comune è sostenuta dal governo Italiano", ha evidenziato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Enrico Letta pone la questione che poi è stata ripresa anche nel dibattito successivo e nelle conclusioni del Consiglio circa la capacità di riaprire un dibattito per mobilitare capitali privati su queste sfide, per fare in modo che quei capitali possano rimanere nel mercato europeo invece di trovare, troppo spesso, condizioni migliori in altre realtà", ha affermato. "Le imprese europee devono poter beneficiare delle economie di scala offerte da un mercato interno europeo così ampio se vogliamo progredire in termini di crescita, competitività e completare con successo i grandi progetti di trasformazione verde e digitale", è la posizione del Cancelliere tedesco, Olaf Scholz.

     

    L'Europa si trova ad affrontare un muro di investimenti e l'Unione dei mercati dei capitali deve contribuire a superarlo mobilitando il risparmio privato a favore dell'economia reale. Quasi un terzo dei 35 mila miliardi di euro di risparmi europei "dorme" nei conti bancari, rispetto a meno del 15% negli Stati Uniti.
    L'intenzione del vertice era di dare nuovo slancio politico al progetto, impantanato da 10 anni in dibattiti tecnici, in un contesto di interessi nazionali divergenti. I piccoli Paesi tuttavia rifiutano di farsi imporre la supervisione finanziaria europea, in particolare dalla Francia, che ospita l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (l'Esma) a Parigi. Anche l'armonizzazione del diritto fiscale o del diritto fallimentare costituisce un enigma finora insormontabile. "Dobbiamo evitare un'eccessiva burocratizzazione, un'eccessiva regolamentazione e anche un'eccessiva centralizzazione, come raccomandano alcuni Stati", ha affermato il premier lussemburghese, Luc Frieden.



  • Guida alle elezioni in India, le più imponenti della storia del mondo

    èAGI - Da oggi l'India va alle urne per uno degli appuntamenti elettorali più attesi del 2024, il più imponente in termini numerici mai organizzato nel mondo. Le votazioni dureranno sei settimane, fino al 1 giugno, e i risultati finali saranno resi noti qualche giorno dopo. Il primo ministro nazionalista Narendra Modi spera di vincere un terzo mandato consecutivo, ma i partiti di opposizione uniti in un'ampia coalizione avvertono che gli indiani rischiano di perdere molte libertà se il suo Bharatiya Janata Party (BJP) resterà al potere.

     

    Sotto l'era Modi, l'India è diventata una grande economia, con la crescita piu' sostenuta attualmente registrata, vicina allo status di superpotenza. Nel contempo, da un decennio a questa parte, l'India è sempre più polarizzata in termini religiosi, trasformata da una repubblica laica a una nazione induista, con forti spaccature e tensioni con i cittadini di religione musulmana, quasi 200 milioni, il 15% della popolazione.

    Date e numeri delle elezioni

    Le elezioni nazionali indiane sono un gigantesco esercizio di democrazia e di logistica che richiede più di un mese per essere completato. Si vota durante sette giornate elettorali: 19 aprile, 26 aprile, 7 maggio, 13 maggio, 20 maggio, 25 maggio e 1 giugno. Tutti i voti provenienti dai 28 stati del Paese e dagli otto territori dell'Unione verranno conteggiati e i risultati verranno pubblicati il 4 giugno. Con 1,4 miliardi di abitanti, l'India e il Paese più popoloso del mondo: 969 milioni di loro voteranno alle elezioni di quest'anno, più delle popolazioni di Stati Uniti, Unione Europea e Russia messe insieme. A questi aventi diritto si aggiungono 13,4 milioni di cittadini indiani residenti all'estero, che per poter votare si dovevano registrare, quindi ritornare in India per farlo. Gli elettori devono essere cittadini indiani, avere almeno 18 anni ed essere iscritti nelle liste elettorali. Devono inoltre avere una carta d'identità valida per l'elettorato.

    Chi verrà eletto

    Con un sistema maggioritario multipartitico, gli aventi diritto eleggeranno i 543 deputati della Lok Sabha, la camera bassa del Parlamento indiano; altri due seggi verranno assegnati dal presidente indiano. Per formare una maggioranza di governo, un singolo partito o una coalizione ha bisogno di almeno 272 seggi; successivamente nominerà uno dei suoi candidati vincenti come primo ministro. I deputati della Lok Sabha sono eletti per un mandato di cinque anni in rappresentanza di una singola circoscrizione elettorale e vince il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Ci sono 131 seggi riservati ai deputati delle cosiddette "caste classificate" e "tribù classificate". Si tratta di gruppi ufficialmente riconosciuti come svantaggiati, che costituiscono circa un quarto della popolazione indiana. L'India ha anche approvato una legge per assegnare un terzo dei seggi alle donne, ma non entrerà in vigore a queste elezioni.

    Numeri e curiosità di un'elezione da record

    Le elezioni indiane sono valutate come le più costose del mondo, superando addirittura le presidenziali statunitensi. Secondo il Center for Media Studies di Delhi, nel 2019 partiti politici, candidati ed enti regolatori hanno speso fino a 8,6 miliardi di dollari e quest'anno si prevede che la spesa aumenterà ulteriormente. Dalle alte vette dell'Himalaya alle remote foreste degli Stati centrali dell'India, i voti vengono espressi elettronicamente in oltre 1 milione di seggi elettorali.

     

    Verranno impiegati circa 15 milioni di operatori elettorali, che viaggeranno su strada, barca, cammello, treno ed elicottero per raggiungere ogni elettore indiano. Con i suoi 4.650 metri di altitudine, Tashigang, un villaggio nell'estremo nord dello stato dell'Himachal Pradesh, al confine con la Cina, è il seggio elettorale più alto del mondo, quando nel 2022 i suoi residenti hanno eletto il governo statale. Più di 2.700 partiti si contenderanno i seggi nella Lok Sabha, tra cui sei partiti nazionali e più di 70 partiti statali. Ogni partito ha un simbolo assegnatogli dalla Commissione elettorale che appare sulle schede, aiutando le dozzine di partiti a differenziarsi e rendendo allo stesso tempo più facile per gli elettori fare la loro scelta in un Paese dove circa un quarto della popolazione è analfabeta. Il simbolo del Bjp al potere è un loto, mentre il partito del Congresso all'opposizione è una mano alzata con il palmo aperto. Il simbolo dell'Aam Aadmi Party (Aap, Partito dell'Uomo Comune) è una scopa, che rappresenta le sue origini quale movimento di strada anti-corruzione.

    Modi e il suo Bjp

    Il premier populista Narendra Modi e il suo Bjp rimangono estremamente popolari. Secondo gli ultimi sondaggi riusciranno ad assicurarsi altri cinque anni al potere. Modi, 73 anni, è stato eletto primo ministro per la prima volta nel 2014 con una maggioranza schiacciante, quando incentrò la sua campagna elettorale su un piano di sviluppo e di lotta alla corruzione. Gli viene attribuito il merito di aver implementato il welfare e le riforme sociali. Un risultato che gli ha permesso di venire facilmente riconfermato per un secondo mandato nel 2019, con un programma questa volta di stampo apertamente nazionalista. Cinque anni fa ha così ottenuto la maggioranza assoluta, con 303 seggi per il Bjp, e un totale di 352 per la National Democratic Alliance, contro soli 52 per il Partito del Congresso. Allora il 67% degli indiani andò a votare, facendo segnare l'affluenza alle urne più alta nella storia del Paese. Una sua vittoria alle elezioni del 2024 consoliderebbe la sua posizione di leader tra i più importanti e longevi dell'India. Modi e i suoi alleati puntano a conquistare più di 400 seggi nella Lok Sabha, cos' da poter riuscire a modificare la Costituzione indiana. 

    I principali rivali di opposizione

    Il principale sfidante del Bjp è l'Indian National Congress, che ha governato il Paese per gran parte dei 77 anni post indipendenza, ma che ora si trova in una fase di stasi. Nel tentativo di impedire un'altra vittoria di Modi, il Congresso ha stretto un'alleanza con altri leader dell'opposizione, compresi i principali partiti regionali, mettendo insieme 24 forze politiche. Questa volta quindi il partito al potere si trova di fronte a una vasta coalizione capitanata dal partito del Congresso: l'Indian National Developmental Inclusive Alliance, o 'India', che fa campagna con una piattaforma di "salvataggio della democrazia".

     

    I volti chiave dell'opposizione sono il presidente del Congresso, Mallikarjun Kharge, e i fratelli Rahul e Priyanka Gandhi, il cui padre è stato l'ex primo ministro Rajiv Gandhi. La madre, Sonia Gandhi, è una potente e storica leader dell'opposizione, ma la sua campagna elettorale e' stata molto meno intensa rispetto a quella del 2019. Accanto a questi, un'altra figura chiave è il leader del popolare partito Aam Aadmi, nonché primo ministro di Delhi, Arvind Kejriwal. Ci sono anche dei pesi massimi regionali, come il primo ministro del Bengala occidentale, Mamata Banerjee, dell'All India Trinamool Congress, e il primo ministro del Tamil Nadu del Sud, Muthuvel Karunanidhi Stalin, che gareggeranno per bloccare una conquista da parte del Bjp nei rispettivi Stati dove Modi deve ancora riuscire ad affermarsi.

     

    Il blocco 'India' è' stato afflitto da lotte intestine e deve ancora presentare il suo candidato a primo ministro. Secondo gli analisti, le forze di opposizione devono trovare una figura che possa rivaleggiare con la popolarità e l'appeal da star di cui gode Modi. Inoltre la coalizione di opposizione è stata messa sotto pressione da una incisiva campagna del Bjp tesa a indebolire i suoi avversari. Diversi membri di spicco dell'opposizione, tra cui il primo ministro di Delhi, Kejriwal, sono stati arrestati o indagati dalle agenzie statali per iniziative denunciate come politiche dai loro partiti. Il Congresso ha fatto congelare i suoi conti bancari dalle autorità fiscali federali e ha affermato che gli è stato chiesto di pagare altri 218 milioni di dollari in tasse. 

     



Ultimi Eventi
No events
Eventi Calendario
April 2024
S M T W T F S
31 1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 1 2 3 4
Ulti Clocks content
Ambiente Agricoltura Salute Ultime Notizie Diritti Umani Nutrizione Notizie flash
3D Live Statistics
Sondaggi
Cosa pensi di questo Sito?
 
Previsioni meteo
Click per aprire http://www.ilmeteo.it