IL PANNOLINO

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IL PANNOLINO? UNA SCOPERTA «INUTILE»... E POCO ECOLOGICA

 

Il 19 gennaio 2006 si è spento negli Usa Stanley Mason, inventore del pannolino usa e getta. Aveva 84 anni e un carnet che comprende altre scoperte come la bottiglia di ketchup che si spreme, i contenitori per scaldare il cibo a micro-onde, il filo interdentale di plastica, le salviette umidificate... Insomma: un autentico benefattore dell'umanità. E pensare che, quando scoprì il pannolino monouso, l'azienda per cui lavorava lo licenziò perché la sua trovata era «inutile»...

Ora qualcuno ha scoperto che, a conti fatti, la sua invenzione è anche poco ecologica.

Considerando una media di circa 5 pannolini al giorno per circa tre anni occorrono circa 5500 pannolini prima che un bimbo diventi autonomo; stimando che il prezzo medio di un pannolino usa e getta (considerando le diverse taglie delle varie marche in commercio) è di circa 0,30 Euro, si spendono circa 1650 Euro e si producono almeno 1000 Kg di rifiuti altamente inquinanti e di difficile smaltimento per ogni bambino nei primi tre anni di vita!

Sono cifre impressionanti, sebbene approssimate per difetto ma vi è di più: da studi condotti nelle Università di Cambridge e di Kiel sull’aumento della temperatura dei genitali maschili causata dall’uso di pannolini impermeabilizzati con materiali plastici, è risultato che tale aumento di temperatura è una delle cause di infertilità maschile del maschio occidentale adulto. E’ altresì accertato che l’aumento di temperatura delle zone genitali nelle femminucce è una delle cause dell’insorgenza di patologie come le vaginiti croniche infantili.

In passato i pannolini usa e getta erano fabbricati con materiali plastici e trattati con sostanze chimiche tossiche (sbiancanti ecc..) che, se da un lato garantivano l’impermeabilità e la praticità d’uso, dall’altro risultavano dannosi per la salute dei bebè: la pelle non respirava affatto con il conseguente già citato aumento della temperatura dei genitali, per non parlare delle irritazioni e delle patologie di vario genere causate dal contatto e spesso dall’assorbimento da parte della pelle di tali sostanze.

Negli ultimi anni le grandi industrie hanno investito molto nel miglioramento della qualità e dei materiali utilizzati ed hanno ottenuto prodotti sicuramente più salubri, ma tutt’ora sono presenti sul mercato pannolini (anche di grandi marche) contenenti sostanze tossiche, come il TBT (Tributilstagno ) come risulta da un indagine fatta recentemente da Greenpeace. Inoltre la scarsa traspirabilità dei materiali impermeabilizzanti utilizzati (che devono rimanere a basso costo), responsabili dell’eccessivo innalzamento della temperatura interna, costituisce un fattore dalle conseguenze sanitarie evidenti.

Ciò che sicuramente resta invariato rispetto al passato è il danno all’ambiente causato da montagne di pannolini usa e getta che sono tra i rifiuti più difficili, se non addirittura impossibili da smaltire attraverso i tradizionali sistemi di trattamento. Quindi la grande capacità assorbente raggiunta con l’utilizzo di nuovi materiali e nuova tecnologia va totalmente a discapito dell’ambiente, risultando questi pannolini praticamente indistruttibili.

Il loro corretto smaltimento richiede infatti l’utilizzo di tecnologie estremamente costose (inceneritori ad altissime temperature e sistemi di filtraggio dei fumi ed abbattimento delle ceneri che sono altamente tossici) delle quali solo pochissimi paesi sono dotati (ad es. l’Olanda).

Un altro importante elemento di valutazione riguarda lo sfruttamento delle risorse ambientali nella produzione dei pannolini usa e getta: limitandosi ad un solo esempio, occorrono 55.000 litri di acqua per produrre una tonnellata di cellulosa (da 2,8 l a 4,2 l per ogni pannolino prodotto).