Storia dei rifiuti - Rubbish! The archeology of garbage

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La parola archeologia richiama subito alla mente le squadre di scienziati che scavano per ricostruire le vicende del passato, per scoprire monumenti e magari tesori di civiltà scomparse, per salvare testimonianze di fabbriche e del lavoro. Ce ne sono però altri che vanno a scavare i depositi di rifiuti, quelle collinette che segnano il paesaggio italiano dalla Lombardia alla Puglia, quelle centinaia di cave riempite di rifiuti alla periferia delle varie città. Non c'è da sorridere perché l'analisi dei rifiuti accumulatisi negli anni e delle loro trasformazioni fornisce eccezionali informazioni sulla storia dei consumi e sull'ecologia degli ultimi decenni.
L'importanza dell'impresa è confermata dai risultati degli studi condotti da un professore di archeologia dell'Università dell'Arizona, William Rathje, che ha dato l'assalto, con metodi scientifici, alla più grande discarica del mondo, Fresh Kills, dove vengono depositati i rifiuti di New York.
Fresch Kills era una palude quando nel 1948 il Comune di New York ha deciso di riempirla gradualmente di rifiuti e di creare uno spazio destinato poi ad essere utilizzato a fini ricreativi. Il deposito verrà chiuso nel 2005 quando i suoi 1200 ettari saranno coperti da una collina alta 150 metri e contenente 100 milioni di tonnellate di rifiuti, per un volume di 70 milioni di metri cubi.
La storia è raccontata nel libro intitolato: "Rubbish! The archeology of garbage" (New York. Harper Collins, 1992, 1993). Il sottotitolo spiega che l'archeologia si propone di capire quello che i rifiuti dicono di noi.
Il lavoro degli studiosi dell'Arizona è cominciato nel 1973 e in questi anni ha già dato molti frutti, tanto che è già stato possibile organizzare a New York un’esposizione degli oggetti trovati negli strati di rifiuti corrispondenti alle diverse epoche storiche, dagli anni 40 ad oggi.
L'archeologia dei rifiuti consente di risolvere molti importanti problemi anche scientifici e pratici.  Un grande deposito di rifiuti si forma scaricando, a strati sovrapposti, i rifiuti intercalati da strati di terra che attenuano la formazione di odori sgradevoli. I rifiuti di cui ciascuno di noi si sbarazza, mettendoli in un sacchetto fuori dalla porta e poi quelli delle macellerie, dei mercati di frutta e verdura, dei supermercati, degli uffici, dei negozi, eccetera, non sono materia morta. (...)

L'articolo:
http://www.fondazionemicheletti.it/altronovecento/articolo.aspx?id_articolo=6&tipo_articolo=d_letture&id=12

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Il libro - "Autoritratto dell'immondizia":
http://www.bollatiboringhieri.it/scheda.php?codice=9788833921747