Nucleare "made in Italy"

AMBIENTE

"Siamo qui oggi per raccogliere una sfida: la rinascita del nucleare italiano. Ma sappiamo bene che l'unico modo per uscire vincenti da questa sfida è fare sistema, mettendo in campo tutte le migliori risorse umane, tecnologiche e imprenditoriali del Paese".

Così l'Amministratore Delegato di Enel, Fulvio Conti, ha commentato l'incontro di oggi a Roma dedicato ad oltre 600 imprese italiane 'chiamate a raccolta' presso la sede di Confindustria per approfondire i dettagli tecnici e procedurali sulla realizzazione del piano Enel-EDF che prevede quattro impianti entro il 2020, spaziando dalle certificazioni agli standard di qualità e di sicurezza, fino alle principali tappe del processo.
"Enel punta a soddisfare circa la metà della capacità richiesta nei programmi del Governo, muovendo investimenti per un totale di circa 16/18 miliardi di euro. - ha aggiunto Conti - Tra gli obiettivi strategici dell'accordo con EdF c'è la ricostruzione di una filiera nazionale dell'atomo e il rinascimento nucleare italiano rappresenta un'occasione unica di rilancio dell'industria, dell'economia, della formazione e dell'occupazione che andrà intrapresa nell'interesse nazionale facendo squadra tra le istituzioni e il sistema industriale".
A questa occasione unica non solo per il sistema energetico, ma anche per l'economia italiana, è stato dunque dedicato l'incontro dal titolo Supply Chain Meeting-Progetto nucleare Italia, organizzato da Confindustria ed Enel per presentare alle imprese italiane potenzialmente interessate alla filiera del nucleare, le informazioni utili per intraprendere il percorso di qualificazione necessario per operare nel settore.(...)

L'articolo:
http://www.enel.it/it-IT/eventi_news/news/2010/nucleare_confindustria/


La risposta di Greenpeace

(...) Andrea Lepore, responsabile della campagna nucleare di Greenpeace, spiega che «Enel presenta il nucleare come un affare che per i due terzi è riservato alle imprese italiane. Ma, a parte le norme sugli appalti di queste dimensioni che prevedono delle gare internazionali, gli impianti Epr proposti da Enel sono un affare solo per il costruttore francese a corto di ordinazioni e non certo per l'economia italiana. Enel cerca di imbonire le imprese italiane sostenendo che godranno del 70% degli investimenti necessari per costruire quattro reattori nucleari in Italia. La quota riservata alle imprese italiane, secondo Enel, sarebbe pari a 12 miliardi di euro, corrispondente alla parte non nucleare (dunque non coperta da brevetti francesi) degli impianti. Invece, secondo i dati pubblicati dall'azienda elettrica francese Edf, alleata di Enel nel riportare il nucleare in Italia, la quota degli investimenti per le parti non nucleari degli impianti Epr è pari al massimo al 40% del totale. La parte prevalente delle commesse andrebbe quindi alle imprese francesi, proprietarie dei brevetti sul nucleare, e non a quelle italiane. A queste bufale, si aggiunge l'allarme lanciato da un recente studio (novembre 2009) di Citigroup, leader mondiale nei servizi finanziari, che segnala come i rischi di costruzione, finanziari e operativi, sono eccessivi per gli investitori privati che si vogliono lanciare nella disavventura nucleare. Mentre Enel, nonostante l'elevato debito netto pari a 54 miliardi di euro, dichiara di essere pronta a sostenere un costo per quattro reattori EPR tra i 16 e i 18 miliardi di euro, cioè tra i 4 e i 4,5 miliardi di euro a reattore, Citigroup afferma che i costi sono tra i 5 e i 6 miliardi di euro a reattore, con  "l'alta probabilità che per i nuovi reattori i costi saranno più alti di quelli previsti" e che "i tempi di costruzione saranno sempre meno prevedibili».(...)

L'articolo:
http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=2921

Il rapporto di Greenpeace:
http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/rapporti/nucleare-enel-bufale.pdf