Un batterio salverà l'Amazzonia?

Valutazione attuale: / 0
ScarsoOttimo 

E non ci metterà neanche tanto tempo: «Quattro o cinque anni», sostiene Greg Stephanopoulos, professore di ingegneria chimica e biotecnologie al Mit di Boston, in Italia per partecipare a un convegno organizzato da Federchimica e dall'Accademia dei Lincei in occasione dell'anno mondiale della chimica. Stephanopoulos è il "papà" di quel batterio: lo ha educato a trasformare i carboidrati in olio e ora la creatura è capace di farlo in maniera rapida ed efficiente.
«Molto di più di tutti gli altri esempi pubblicati dalla letteratura scientifica», precisa il genitore. Il suo batterio produce biodiesel da risorse rinnovabili a 25-30 centesimi di dollaro al litro, quindi competitivo con il diesel da petrolio, senza sussidi statali e senza far concorrenza alle coltivazioni alimentari. Ora il processo, sviluppato nei laboratori del Mit, dev'essere industrializzato. E Stephanopoulos ci sta provando con una startup chiamata Novogy. Da qui, alla produzione di massa, ci vorrà qualche anno. Ma Stephanopoulos è ottimista, perché vede in arrivo un grosso investimento da parte di una major petrolifera. (...)

L'articolo:
http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2011-10-08/batteri-nuove-raffinerie-132905.shtml?uuid=AaDd9GBE