L’onestà contro il degrado - La semplicità è difficile. Parola di teologo

Valutazione attuale: / 0
ScarsoOttimo 

La presentazione dell’ultimo libro di Hans Küng offre l’occasione per parlare di uno dei peggiori mali della nostra società: il degrado morale. Il titolo è inequivocabile: “Onestà” (Rizzoli, pp. 270, euro 20). Da qui parte l’autore, il controverso teologo cattolico Hans Küng, che analizza con scarna chiarezza il male oscuro della nostra società, la piovra cioè che avvelena il sistema da dentro. E’ la fede incondizionata nel mercato selvaggio, causa prima delle cicliche crisi mondiali.
Le teorie di Milton Friedman, poche tasse, poco stato, tanto mercato, assenza di alcun interesse pubblico, esasperazione dell’individualismo o meglio dell’opportunismo, sono oggi di fatto diventate capitalismo da casinò, denaro facile a scapito degli altri, furbizia senza scrupoli, come dimostrano il reaganismo, il thatcherismo ma anche e soprattutto il “finanzcapitalismo”, cioè un sistema centrato sulla finanza più spregiudicata, sulla speculazione alla Mardoff, sulla truffa legalizzata dei “derivati e fondi comuni” a danno dei cittadini e piccoli risparmiatori, i famigerati “titoli spazzatura” insomma, un sistema che “succhia valore” dall’ambiente, dalle cose, dalle persone, piuttosto che produrlo col sudore del lavoro, una patologia dell’accumulazione che travolge istituzioni, società, umanità, “drogando” la crescita infinita piuttosto che puntare sullo sviluppo sostenibile.
I risultati sono l’esasperazione delle differenze fra ricchi e poveri, lo sfruttamento scriteriato, l’inquinamento irresponsabile. In definitiva un mondo peggiore, lontano dall’economia reale, dai bisogni veri della società e dei singoli, un mondo che sancisce il fallimento generale del modello, del mercato, delle istituzioni, della politica e dell’etica intera.
Occorre pertanto confutarne, anzi scardinarne i dogmi e riscoprire un’economia più equa e giusta, perché l’etica possa e debba diventare un principio di comportamento universale, perché il profitto, per quanto legittimo, non giustifichi tutti i mezzi per perseguirlo, incluso l’abuso di fiducia e l’avidità smisurata di guadagno. Onestà, dunque, un concetto semplice e antico che si poggia su alcuni principi altrettanto semplici, come la “reciprocità”, la regola aurea del non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te, e “l’umanità” che impone di trattare ogni essere umano come tale, cioè con dignità e fratellanza. Su queste linee si fonda un’etica intesa non come vuota filosofia, bensì come un atteggiamento responsabile dell’uomo e delle istituzioni, un “ethos” derivante da norme e modelli comuni a tutte le società, religioni e culture, una moralizzazione cioè del capitalismo, la perequazione di un liberalismo solidale e dal volto umano come già Erhard, ad esempio, ha realizzato concretamente.
Ma questa via si può percorrere unicamente con uomini onesti, cioè con elites che esercitino il potere con un’onestà assoluta, un rigore da perseguire nelle azioni concrete di governo e che possa essere di esempio per la società intera. Incluso il dovere di pagare le tasse, ha ribadito Küng in un’intervista su Radiotre che fa capire quindi come l’accezione di onestà debba essere intesa a tutto tondo, intellettuale, comportamentale, etica e morale, ingredienti essenziali, in definitiva, della vita di tutti i giorni e della democrazia vera. (...)

L'articolo:
http://www.inviatospeciale.com/giornale/2011/06/lonesta-contro-il-degrado-la-semplicita-e-difficile-parola-di-teologo/

Passato...prossimo:
http://www.fabiomanzione.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3038:per-unetica-nelleconomia-qonestaq-di-hans-kung&catid=57:leggere&Itemid=140