Nella storia dell’umanità il problema del cibo e dell’alimentazione ha dominato sia la vita quotidiana dell’individuo, sia la dinamica economica e politica di intere civiltà. Ma oggi possiamo chiederci: per la prima volta il sogno di liberare definitivamente l’umanità dall’incubo della fame si è materializzato alla fine della Seconda Guerra Mondiale? Infatti l’estrazione, la raffinazione e la produzione di combustibili fossili come il carbone, il petrolio e il gas naturale, che erano aumentati in modo esponenziale per scopi bellici durante il conflitto, ha reso disponibile un’enorme quantità di materie prime a basso costo che nel dopoguerra è stata riconvertita dall’industria negli ingredienti chiave dei fertilizzanti chimici e dei pesticidi utilizzati in agricoltura.
La scelta politica di aumentare la produttività agricola trasformando la coltivazione delle piante da una pratica naturale in un processo industriale dipendente dall’industria chimica: a) rispondeva alle esigenze dei politici di gratificare con l’abbondanza di cibo i cittadini che durante la guerra avevano vissuto l’esperienza della fame e delle tessere alimentari; b) era particolarmente gradita agli industriali che vedevano un futuro radioso per il nuovo orientamento dei processi produttivi; c) forniva posti di lavoro per docenti, ricercatori e studenti di una nuova Scienza della Nutrizione in ambito universitario; d) si integrava perfettamente con l’ingenuo ottimismo per la scienza e la tecnologia che ha caratterizzato gli anni 1950. Il risultato è stato un aumento impressionante della produttività agricola nella maggior parte dei paesi industrializzati. L’incubo della fame sembrava definitivamente un brutto ricordo del passato. (...)

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