Bibite anti-invecchiamento: panacea o miraggio?

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Un tempo c’era solo la spremuta d’arancia, i nonni dicevano di berla per prevenire malanni e raffreddori. Archeologia alimentare. Poi sono arrivato il succo di carote, quasi subito soppiantate da mirtilli e frutti di bosco. E subito dopo è stata volta di mango, papaya e frutti tropicali. Fino alla star indiscussa delle bevande benefiche, il tè verde. Il perché di tanto successo è presto detto. Non si tratta semplicemente di prodotti che "fanno bene", queste bibite si offrono come la cura all’ossessione del nostro tempo. Insomma, aiutano a restare giovani. In realtà non si tratta di una grande novità. Per molti è stato sempre chiaro che salute e giovinezza si trovano anche a tavola, che ci sono cibi che hanno proprietà e virtù migliori di altri, e che mangiandoli si resta più giovani e più sani. Niente di rivoluzionario, visto che si tratta di frutta e verdura, alimenti ricchi di antiossidanti e per questo in grado di contrastare l’invecchiamento delle cellule e l’insorgere di alcune malattie. (...)

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