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La crema solare (o filtro soalre dermico) di fatto è una reinvenzione, dato che nella più remota antichità si usavano estratti vegetali (le piante utilizzate erano gli agrumi, il sedano, l’erba angelica, il prezzemolo, ricchi di psoraleni stimolanti della melanogenesi) per attivare i processi naturali di pigmentazione della pelle, riducendo così la nocività dei raggi ultravioletti in quanto la melanina contenuta nei pigmenti naturali della pelle ha funzione schermante.

Del resto la frequente esposizione della pelle al vapore caldo e all’acqua fredda e, nei climi tropicali, ai raggi scottanti del sole, ha da sempre reso necessaria una cura metodica delle parti esposte del corpo umano. Anche oggi presso le varie popolazioni indigene non c’é praticamente tribù sulla Terra i cui componenti non usino grassi, oli, unguenti per ammorbidire, purificare e ungere la pelle.

Queste pomate possono ricoprire parte della pelle o anche il corpo intero ed è stato riferito da persone degne di fede che tale sistema originario di protezione della pelle è di molto maggior beneficio alla salute di chi lo usa che non le vesti di cotone da poco prezzo che mercanti “civili” hanno imposto più tardi ai “selvaggi”.

In Occidente l’utilizzo di questi prodotti cadde nel dimenticatoio poichè i canoni estetici dei paesi industrializzati privilegiarono le tinte chiare. La moda dell’abbronzatura, lanciata nel 1925 da Coco Chanel, ebbe come conseguenza iniziale un gran numero di eritemi da esposizione prolungata al sole, da cui nacque il bisogno di prodotti protettivi di facile applicazione.

La scoperta di sostanze solubili filtranti, come gli oli vegetali, fatta verso la fine del XIX secolo, mise la cosmetologia sulla strada di filtri solari commerciali prodotti in serie: il primo fu, nel 1936, l’Ambra Solare, creata da Eugène Schueller, fondatore della casa francese L’Oréal, e tuttora in commercio.