L'INRAN ha condotto, nell'ambito del progetto europeo HELENA (VI programma quadro UE) ed in collaborazione con gli altri partner, una valutazione della carenza in ferro negli adolescenti europei. " Dai dati dallo studio HELENA - afferma Marika Ferrari, ricercatore INRAN che ha condotto lo studio - è emerso che il 18% degli adolescenti presenta una riduzione delle riserve di ferro, con una prevalenza significativamente più elevata tra le ragazze con il 21%, rispetto ai ragazzi con il 13%. Per quanto riguarda l'Italia, in particolare la città di Roma, bassi depositi di ferro sono stati osservati nel 21% delle ragazze e nel 17% dei ragazzi, mentre la carenza conclamata di ferro è risultata più elevata tra le ragazze con il 4% rispetto al 2% dei ragazzi e la comparsa di anemia conseguente alla carenza di ferro è risultata presente solo nel 2% delle ragazze e in nessun ragazzo." Lo studio, pubblicato su "European Journal of Clinical Nutrition", si basa su un campione di 940 ragazzi, 438 maschi e 502 femmine, tra 12 e 17 anni, provenienti da 10 città europee (tra cui Roma) ed evidenzia come la prevalenza di carenza di ferro tra gli adolescenti sia un fenomeno trasversale nei diversi paesi europei. (...)
Quali e quanti "caramelli" sono presenti nelle bibite in commercio? La domanda dell'Unione Nazionale Consumatori scaturisce da una recente decisione dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) che ha rivisto e ridotto il consumo giornaliero accettabile per uno dei coloranti caramello, l'E150c. Al riguardo, il segretario nazionale UNC Massimiliano Dona ha annunciato di aver chiesto formalmente alle aziende produttrici di bevande chiarimenti sui controlli effettuati per verificare che nelle bibite commercializzate sul mercato non vi sia più di un caramello. "Di recente - ricorda Dona- l'Efsa ha valutato la sicurezza dei quattro 'caramelli' utilizzati come coloranti nella produzione di bibite, definendo le dosi accettabili giornaliere di ognuno. Seppur la presenza contemporanea dei quattro 'caramelli' all'interno della stessa bevanda sembra essere probabile, nelle etichette dei vari prodotti commercializzati sul mercato si rinviene di norma la presenza di un solo caramello e talvolta non è neanche specificato di quale dei quattro 'caramelli' si tratti". (...)
(...) Il mio scritto non vuole essere né un documento sull’archeologia del cibo, né un diario geo-etnografico degli avvenimenti che si sono succeduti nel tragitto degli alimenti: dalla terra alla tavola, ma solo un tentativo di capire come l'uomo, abitante di "patrie" diverse, sia riuscito a sopravvivere procurandosi il cibo. (...)
Un viaggio ricco di sorprese all’interno di una civiltà alimentare che cambia, tra scoperte gastronomiche e nuovi modi di stare a tavola, dal Medioevo al Settecento.
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Da lunedì 14 marzo p.v., sia sul sito istituzionale www.inran.it, sia su sapermangiare.mobi, sito dedicato al consumatore, sarà possibile leggere la speciale newsletter con la quale l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, vigilato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, celebra il 150 anniversario dell’unità italiana, ricordando che negli ultimi 75 anni del Paese l’INRAN ha fortemente contribuito alla conoscenza ed alle scelte degli italiani in materia di alimentazione e nutrizione. Il 2011 segna, infatti, i 75 anni di vita dell’Istituto che, in materia di statura, peso, fabbisogni, consumi e abitudini alimentari ha accompagnato gli italiani nel difficile cammino dell’alimentazione, guidandone le scelte e formandone le abitudini verso modelli mirati alla qualità, alla salvaguardia dei valori del territorio ed alla valorizzazione dell’agroalimentare nazionale. La newsletter ripropone documentazione originale che permette di vedere quanto e come siano cambiati in 150 anni di unità d’Italia la statura media, l’indice di massa corporea ed i fabbisogni degli italiani. L’attenta analisi dei dati disponibili sui consumi evidenzia l’evoluzione del contenuto dei nostri piatti, dalla scarsità endemica - protrattasi fino al secondo dopoguerra - all’abbondanza - conosciuta a partire dagli anni del boom economico - fino alla più recente ricerca della qualità - che sta caratterizzando scelte e abitudini di questi ultimi anni -. Infine, last but not least, l’approfondimento riferito alla dieta mediterranea alla cui definizione e caratterizzazione l’INRAN ha dato un contributo fondamentale, che l’ha portata a divenire il primo modello alimentare ad essere riconosciuto dall’UNESCO quale patrimonio culturale, immateriale dell’umanità per il suo valore storico-culturale ed i suoi effetti benefici scientificamente dimostrati.