Contiene enormi quantità di uranio, petrolio e gas naturale, e ancora minerali ferrosi, nichel, piombo, zinco, carbone, stagno, diamanti, perfino oro. Il tutto in quantità ingenti. E soprattutto il 50% dell’acqua dolce del pianeta.
L’estrazione del greggio provoca una perdita considerevole di gas naturale. Durante le operazioni infatti vengono sprecati in tutto il mondo ben 150 miliardi di metri cubi di gas, un numero enorme che corrisponde addirittura al cinque per cento della produzione mondiale. La cifra impressionante arriva dal rapporto di General Electric intitolato "Flare Gas Reduction: Recent Global Trends and Policy Considerations", un completo focus sullo spreco di gas naturale e sul suo impatto devastante sull’ambiente. Il gas perso in questo modo viene prodotto direttamente dai giacimenti petroliferi e fuoriesce assieme al petrolio, ma la sua operazione di recupero non è conveniente per le imprese e così si sceglie di bruciarlo direttamente a cielo aperto. Il problema per l’impatto ambientale è però enorme così come per il fabbisogno energetico mondiale, dal momento che il gas così sprecato, senza produzione di calore o di elettricità, corrisponde al trenta per cento di fabbisogno annuo dell’intera Unione Europea e al ventitré di quello degli Stati Uniti. A livello ambientale l’effetto è devastante perché bruciare questa enorme quantità di gas comporta l’emissione nell’atmosfera di ben quattrocento milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno. E la quantità è pari alle emissioni prodotte da settantasette milioni di auto. (...)
The world’s population is projected to surge past 9 billion before 2050 and then reach 10.1 billion by the end of the century if current fertility rates continue at expected levels, according to United Nations figures unveiled today.
Il segretario generale aggiunto dell'Onu per gli affari economici e sociali, il cinese Sha Zukang, ha aperto la XIX sessione della Commissione delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile (che conta 53 membri), mettendo in guardia contro «Le conseguenze di una produzione e di un consumo non sostenibili» ed ha esortato gli Stati membri a trovare un accordo «Su un piano mirante a promuovere un utilizzo più efficace e più sicuro delle risorse della Terra». Durante la sua sessione annuale che durerà due settimane, la commissione Onu esaminerà le politiche destinate a promuovere un consumo ed una produzione sostenibili, a migliorare la sicurezza dell'utilizzo dei prodotti chimici ed a migliorare le pratiche di gestione dei rifiuti, dei trasporti e delle miniere. (...)
La Commissione ha presentato oggi una nuova strategia per proteggere e migliorare lo stato della biodiversità in Europa nel prossimo decennio. La strategia prevede sei obiettivi che, incentrati sui principali fattori responsabili della perdita di biodiversità, ridurranno in certa misura la pressione che questi esercitano sulla natura e sui servizi ecosistemici nell’UE vincolando le principali politiche settoriali a obiettivi relativi alla biodiversità. Sono contemplati anche aspetti della biodiversità con portata mondiale, in modo che l’UE contribuisca a contrastare la perdita di biodiversità che avviene nelle varie parti del pianeta. La strategia è in linea con gli impegni assunti dall’UE l’anno scorso a Nagoya, in Giappone. (...)
«Eventi come il protocollo di Kyoto, lo sviluppo sostenibile, l’Agenda 21, i cambiamenti climatici, la biodiversità, la desertificazione sembrano essere componenti inutili del bagaglio culturale di ognuno o, addirittura, problematiche capaci di generare forme di apprensione, se non di angoscia, per il singolo cittadino e, quindi, da allontanare il più possibile dallo snodarsi dei soliti pensieri quotidiani». È una delle considerazioni principali che ha mosso Piero Gagliardo, professore ordinario di Geografia presso l’Università della Calabria, a raccogliere in un ricco e documentato volume una serie di studi, analisi e riflessioni su “Desertificazione e degrado del suolo”. (...)