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Educazione degli Adulti: La Carta d'Intenti del Festival dei Saperi di Firenze

Educazione degli Adulti: La Carta d'Intenti del Festival dei Saperi di Firenze


I temi fondamentali, emersi dalle relazioni e nei dibattiti del Festival dei Saperi (tenutosi a Firenze nei giorni 23 e 24 gennaio 2009) possono essere così riassunti:

1.       L’Educazione degli Adulti è lo strumento fondamentale dello sviluppo della persona finalizzato alla creazione di strumenti e metodi aggiornabili e trasferibili per leggere la realtà, partecipare attivamente all'organizzazione sociale ed interagire in modo positivo con il mondo che cambia.

2.       Nonostante che, a livello di enunciazioni di principio, molti siano concordi nel sottolineare l’importanza dell’apprendimento permanente e la valenza dell’Educazione degli Adulti, questa, nelle politiche effettive, non ha riconoscimento né in termini di visibilità, né di priorità di iniziative legislative, né di attribuzione di risorse. Il risultato di questo insieme di fattori è che la percentuale di popolazione attiva che partecipa alle attività di apprendimento è, in Italia, del 6,2% contro una media europea del 9,7% e lontanissima dall'obiettivo del 12,5% previsto dalla Commissione Europea per il 2010.

3.       Gran parte della popolazione italiana si trova in condizioni di analfabetismo (primario o di ritorno) e di illetteratismo. All’analfabetismo primario, va aggiunto il nuovo analfabetismo, cioè l’incapacità di utilizzare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione nella vita quotidiana. Queste vere e proprie povertà “immateriali”, che si sommano ad una non equa distribuzione di ricchezze e di opportunità, hanno come conseguenza l’allargarsi sempre di più della forbice tra fasce di popolazione forti sul piano delle conoscenze e delle competenze e fasce la cui debolezza su questo piano le rende esposte a fenomeni di emarginazione sociale. Alla luce dell’ultimo rapporto della Commissione Europea sullo stato di attuazione della strategia di Lisbona, l’Italia evidenzia difficoltà superiori alla media europea ed uno stato di notevole arretratezza rispetto ai paesi europei più progrediti, arretratezza ancor più preoccupante perché fondata su una base di partenza molto bassa dei livelli di istruzione della popolazione italiana.

4.       La popolazione europea sta sensibilmente invecchiando: nei prossimi 30 anni un europeo su tre avrà più di 60 anni ed uno su dieci ne avrà più di 80. In Italia le cifre sono ancora più rilevanti. Questo fenomeno richiede politiche specifiche, sia nei riguardi della popolazione anziana sia nei riguardi della popolazione giovanile, perché i giovani riescono con sempre più difficoltà ad accedere al mercato del lavoro ed a partecipare al ricambio generazionale nelle responsabilità di governo e di gestione di tutte le organizzazioni comunitarie.

5.       Nei prossimi decenni i paesi dell’Unione Europea saranno sempre più luoghi di destinazione per i migranti. Le proiezioni di Eurostat indicano che circa 40 milioni di persone si sposteranno verso l’Unione Europea entro il 2050. Questo processo richiama l'attenzione sugli Obiettivi di sviluppo del Millennio riconosciuti dall'ONU, alla cui realizzazione devono concorrere tutti gli stati europei per assicurare nei paesi svantaggiati adeguate condizioni di vita materiale ed accesso ai beni immateriali.

Lo scenario delineato richiama una serie di obiettivi che possiamo così riassumere sul piano del “contenuti”:

1.     eliminare, o almeno ridurre in maniera significativa, le  varie forme di analfabetismo “di base”, “di ritorno” e di “illetteratismo” e intervenire sui fenomeni di dispersione scolastica;

2.     garantire l’acquisizione generalizzata e diffusa delle competenze per accedere alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione;

3.     promuovere la pubblicazione on line e la fruizione ad accesso aperto della ricerca e della didattica pubblicamente finanziate;

4.     qualificare questi apprendimenti finalizzandoli alla creazione di conoscenze e competenze di cittadinanza, di intercultura, di autonomia, di empowerment al fine di favorire la partecipazione attiva di tutti gli uomini e di tutte le donne alla costruzione, al funzionamento ed allo sviluppo di società democratiche, eque, coese e solidali;

5.     realizzare il consolidamento e lo sviluppo di saperi umanistici e matematico-scientifici, come parte integrante e qualificante in primo luogo dei percorsi di istruzione e di formazione professionale e comunque di qualsiasi attività umana;

6.     valorizzare le attività artistico-creative e diffondere i saperi a queste connessi sia in nome di uno sviluppo olistico della persona che come pre-requisito per la fruizione dei beni culturali e per la loro utilizzazione anche come risorsa di sviluppo economico;

7.     sviluppare le competenze strategiche dell’apprendere ad apprendere lungo tutta la vita e dell’imparare ad essere come leve fondamentali per la crescita intellettuale e morale della persona e per lo sviluppo dell’occupabilità.


I temi di contesto e di contenuto qui citati sono temi politici, rimandano cioè alla necessità di recuperare in pieno il senso politico dell’ Educazione degli Adulti, dove, in un quadro che abbia un’attenzione specifica alle fasce sociali più deboli, per politica intendiamo la capacità concreta di:

        governare fenomeni epocali come i mutamenti demografici, i movimenti migratori, i processi di integrazione ed inclusione sociale, facendo leva sulle più ampie sinergie istituzionali ai vari livelli di responsabilità e di decisione,
        creare un nuovo senso di cittadinanza e di responsabilità collettiva,
        costruire risposte alle esigenze di nuove e vecchie alfabetizzazioni,
        sviluppare nel territorio reti di e tra associazioni ed istituzioni culturali come musei, biblioteche, teatri al fine di renderle diffusamente fruibili,
        rompere il circuito perverso della sovrabbondanza di informazione che non crea conoscenza,
        facilitare l'assunzione di concrete responsabilità di guida della società civile e nelle istituzioni da parte dei giovani,
        legare l’idea di competitività e di sviluppo non alla quantità dei consumi ma alla qualità della vita, al benessere delle persone, al rispetto ed alla difesa dell'ambiente e ad un utilizzo responsabile ed equilibrato delle risorse del pianeta.


Insomma, è proprio sul terreno educativo che si possono giocare, anche ed in gran parte, le alternative tra diversi modi di produrre, di vivere, di consumare e, in una parola, tra diversi modi del vivere associato.
Una società che voglia definirsi e strutturarsi come società della conoscenza e dell’apprendimento deve essere in grado di garantire, attraverso la costruzione di dispositivi normativi che partano dal principio del diritto soggettivo all’educazione permanente e dalla previsione di risorse deputate, un sistema di lifelong e lifewide learning, che abbia come perno un’offerta formativa diffusa, che nasca dai bisogni individuali e territoriali, che integri l'intervento delle istituzioni pubbliche e quello dei soggetti del privato sociale, che presenti chiare e definite regole di governo fondate sul principio della prossimità ai cittadini singoli e associati, che sappia individuare gli strumenti per rispondere ad esigenze nuove, ma che sia anche e soprattutto fortemente orientata a dare ai cittadini, a tutti i cittadini del mondo globale, strumenti per rifondare il rapporto uomo/natura/cultura/scienza/tecnologia, che è il solo vero motore di sviluppo dell'umanità.

Il Convegno di Firenze:

http://www.edaforum.it/314-firenze-23-e-24-gennaio-2009.html


Tutti i video degli interventi:

http://www.youtube.com/view_play_list?p=D252B4664DBCE543

 

Una proposta di legge d'iniziativa popolare:

http://www.edaforum.it/324-proposta-di-legge-di-iniziativa-popolare.html

 

 

 





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