LA SCOPERTA DELL’ACQUA CALDA

LA SCOPERTA DELL’ACQUA CALDA


Meriterebbe forse il premio Nobel quello sparuto gruppo di persone che crede ancora, nel nostro Paese, che l’energia solare possa dare il suo (per carità, modesto...) contributo ai bisogni dell’uomo!

Eppure già la crisi petrolifera degli anni ‘70, con il conseguente forte aumento del prezzo del petrolio greggio doveva farci riflettere: negli anni seguenti i Governi hanno gravato di tasse sempre crescenti i consumi dell’elettricità, la politica delle compagnie petrolifere ha riversato sul gasolio gli aumenti di prezzo maggiori e, dopo un breve periodo di prezzi bassi utilizzato per convincere gli utenti a collegarsi alla rete del gas, le aziende distributrici hanno aumentato il prezzo del metano portandolo quasi a livello di quello del gasolio.

Così oggi, nel budget familiare, la voce “energia” (nelle sue varie sottovoci: elettricità, gas metano e gasolio) erode ormai il 10-20% del reddito delle famiglie: negli ultimi quattro anni per le famiglie italiane il costo delle bollette elettriche è cresciuto del 30-40% mentre negli ultimi dieci anni la spesa per il metano o il gasolio da riscaldamento è più che raddoppiata (passando , per il primo, da Lit. 504/mc a Lit. 1066/mc e per il gasolio, dalle 600 lire al litro del 1986 alle 1424 lire del 1996).

Tutto ciò non è stato controbilanciato nè da massicce campagne informative su come risparmiare energia e contenere le spese, nè tantomeno da una effettiva introduzione di fonti energetiche rinnovabili: di fatto, il settore pubblico e le imprese private che avrebbero potuto fare qualcosa in questo senso hanno in larga parte disatteso le aspettative del cittadino (si pensi allo Stato che, salvo rare eccezioni, non ha rispettato, negli ultimi 6 anni, il vincolo dell’impiego del solare negli edifici pubblici od adibili ad uso pubblico imposto dalla legge n. 10/’91. E ciò soprattutto nel settore della produzione di acqua calda tramite pannelli solari: un sistema piuttosto semplice, dai costi ridotti e che non richiede materiali d’avanguardia o istallazioni complicate.

L’uso dell’energia solare per la produzione di acqua calda sanitaria, diffuso in tanti altri Paesi europei (ben meno dotati di caratteristiche climatiche favorevoli del nostro Paese) grazie ad opportune campagne di promozione pubblicitaria e di educazione scolastica (parlare di cultura del risparmio energetico e del consumo ecologico appare ancora una materia futuribile per la Scuola italiana) trova da noi disinteresse se non resistenze incomprensibili.

In Austria, Germania, Svizzera l’insolazione è ben minore che in Italia e per di più energia elettrica e gas costano meno che da noi: ma l’esigenza di riscaldare le abitazioni per 6/10 mesi l’anno le abitazioni rende assai pesanti le bollette enrgetiche delle famiglie che, come possono alleggerirne il peso risparmiando sui costi del riscaldamento dell’acqua sanitaria, lo fanno sfruttando l’energia solare.

Non dimentichiamo, infatti, che oltre al risparmio in denaro per il singolo (secondo alcuni studi una famiglia di 4 persone - che consuma circa 120-150 litri di acqua calda al giorno - con 2 o 3 metri quadri di pannelli solari potrebbe risparmiare sulle 600.000 lire all’anno, ammortizzando la spesa iniziale in 3-5 anni), i sistemi solari producono energia pulita e assolutamente non inquinante a vantaggio dell’ambiente e dell’intera collettività.

Se, per assurdo, in Italia si utilizzassero solo impianti solari per la produzione di acqua calda, potremmo spegnere milioni di caldaie e scaldabagni mediamente per nove mesi all’anno, risparmiando qualcosa come 21 miliardi di kW/h (l’equivalente di 4 o 5 centrali nucleari) senza contare che ogni famiglia eviterebbe di contribuire al tanto temuto “riscaldamento globale” con le sue 4 o 5 tonnellate di CO2 all’anno.

Senza pagare bollette... e ringraziando, ancora una volta, la nostra buona e generosa stella!

 

 

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