Recensione; Il giallo della benzina solida

IL GIALLO DELLA BENZINA SOLIDA ININFIAMMABILE CHE RIDUCE I COSTI DEL 50%

di Salvatore Cosentino, Bonfirraro Editore, pp. 214, Euro 17,00


La benzina è un prodotto distillato dal petrolio greggio a una temperatura che si aggira fra i 60 e i 100°C. Da un litro di petrolio, solo il 10% diventa benzina dopo la prima semplice distillazione. Utilizzando le frazioni più pesanti (gasolio pesante e residui di distillazione) si possono ottenere molecole più piccole adatte ad essere usate come benzina, grazie ad un trattamento detto cracking attraverso il quale gli idrocarburi di maggior peso molecolare vengono frammentati in presenza di un catalizzatore.

La benzina è un prodotto altamente infiammabile (l'espressione “gettare benzina sul fuoco” rende immediatamente l'idea) e tutto ciò che ruota intorno a questo distillato del petrolio (interessi economici, geopolitici, industriali, ecc.) rende “scottante” il tema delle alternative al suo uso.

Sono questi interessi che hanno impedito la divulgazione della strabiliante scoperta dell’ing. Gaetano Fuardo (1878 – 1962) autore di quella formula “magica” atta a produrre la “benzina solida” ottenuta con un processo di gelatinizzazione e, dunque, da commercializzare in scatola come i detersivi. Si tratta di un prodotto - così è scritto sulla quarta di copertina di questo avvincente “romanzo storico”, come lo definisce il suo autore - che “galleggia in acqua come il sughero (e quindi non inquina i mari); evita gli incendi sugli aerei e su ogni altro mezzo che utilizza i carburanti; manda in pensione le petroliere e i distributori stradali” riducendo almeno del 50% il costo dei prodotti petroliferi.

Un manoscritto custodito in valigia, una formula chimica, una scoperta sensazionale che risolleverebbe le sorti del mondo, servizi segreti e intrighi internazionali. Questi ingredienti non sono quelli affascinanti di un film di Hitchcock, ma elementi reali e tangibili di una vicenda che sa di inverosimile ma che lascia l’amaro in bocca e molti pensieri gravidi di infiniti “perché”.

È un viaggio nella vita, nella storia di un ragazzo siciliano rimasto presto orfano ma che, dopo aver superato brillantemente gli studi intrapresi al Politecnico di Torino, si laurea in ingegneria chimica. Trasferitosi a Milano, mette a punto la sua invenzione verso la metà degli anni trenta: un procedimento che rende solidi e ininfiammabili i carburanti, con grande vantaggio per la sicurezza ed il trasporto.

Dopo aver collaborato per l’Inghilterra di Churchill (che gli offre un contratto per la cessione esclusiva del suo brevetto che Fuardo non accetta) nel 1939 parte per la Germania, dove il Fuhrer gli mette a disposizione una fabbrica per la produzione di benzina solida strategica per gli usi bellici, poi distrutta dai servizi segreti britannici.

Gli americani, servendosi dei documenti trafugati dalle loro truppe, costruiranno due impianti che saranno chiusi nel 1952. Nel 1953 collabora con la Francia: i primi “pezzi” di carburante sono paracadutati sull'Indocina ma, a causa di ritardi nelle forniture, poco dopo la Francia sospende il contratto.

Il Governo francese, per essersi reso inadempiente nei confronti del contratto stipulato con l'ingegnere italiano, fu costretto dal Consiglio di Stato a pagare un risarcimento di un miliardo di franchi agli eredi del Fuardo, visto che l'ingegnere morì in miseria in un ospizio vicino Roma qualche anno prima della conclusione della lunga vicenda giudiziaria.

Fuardo è stato schiacciato dalla sua stessa scoperta dimenticata o fatta dimenticare ma per la quale l'autore, documenti alla mano e pubblicati in appendice (e in parte consultabili sul suo sito http://www.scosentino.it/) vuole fare giustizia narrativa, attraverso la pubblicazione di una vicenda che passerà alla storia per aver sollevato tanti “perché” pesanti come macigni o, perchè no... come petroliere.

 



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