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Recensione. La sopravivenza spirituale...

LA SOPRAVVIVENZA SPIRITUALE NELL'ERA DELLA GLOBALIZZAZIONE


di Didier Long, Excelsior 1881, pp. 241, Euro 17,50

 

La globalizzazione ha un’anima. E quell’anima è nata nel Medioevo tra le comunità monastiche. È così che Didier Long (ex monaco benedettino, autore teatrale, scrittore, esperto di marketing) racconta le origini un fenomeno capace di trasformare il mondo.

A chi vuole raccogliere le sfide del mercato consiglia di parlare “globish” (global english), ma anche di proteggere l’ambiente. Di comprendere l’essenza planetaria e locale di internet. Di trasformarsi, insomma, in un marchio mondiale allo stesso modo di Andy Warhol. Ma, a differenza di altri, l’autore francese recupera la dimensione dell’anima. E rilegge le radici della civiltà attuale spingendosi fino al Medioevo.

Nel V secolo sant’Agostino lodava sia il progresso teologico sia quello materiale, mentre, parecchio tempo prima di lui, Aristotele aveva condannato l’attività commerciale come «incompatibile con la virtù umana». Ciò rafforza l’idea che il Medioevo non sia stato un periodo di decadenza o di stasi (i famigerati «Secoli Bui») ma, al contrario, la culla delle future glorie dell’Occidente.

Molto è stato scritto sui motivi per i quali, a partire dal Medioevo, l’Occidente ha sopravanzato il resto del mondo. Le spiegazioni più comuni hanno riguardato la felice configurazione geografica, l’espansione dei commerci, il progresso della tecnologia. Ma è stato completamente trascurato un fatto: nessuno sviluppo sarebbe stato possibile senza una profonda fiducia nella ragione, che affonda le proprie radici nella religione cristiana.

Già in passato un'altro autore (Rodney Stark con il volume “La vittoria della ragione”) aveva proposto quest’idea rivoluzionaria: le più significative innovazioni intellettuali, politiche, scientifiche ed economiche introdotte nello scorso millennio sono riconducibili al cristianesimo e alle istituzioni a esso collegate. Secondo Stark, non sono state la contrapposizione tra la società laica e quella religiosa, né la competizione tra scienza e fede a farci progredire. Al contrario, è alla teologia cristiana che dobbiamo attribuire la vera origine della ragione. Mentre infatti le altre grandi religioni hanno posto l’accento sul mistero, sull’obbedienza e sulla meditazione, il cristianesimo ha abbracciato la logica e il pensiero deduttivo aprendo la strada alla libertà e al progresso.

Ruolo centrale ebbero in quei secoli i monasteri: seguendo la regola benedettina “Ora et labora”, le comunità monastiche vendono la produzione agricola locale e costruiscono una rete internazionale per diffondere il cristianesimo. L’abbazia francese di Cluny, il latino come lingua franca e l’uso della moneta diventano i semi di un processo destinato a cambiare il mondo che ha come motore, però, non il profitto, ma la ricerca della salvezza spirituale. Attorno al dodicesimo secolo, insomma, inizia la globalizzazione.

Dopo il Medio Evo vince l’etica protestante con l’espansione dell’Olanda e del Regno Unito - come spiega Max Weber nel volume “L'Etica protestante e lo spirito del capitalismo”. Ancora una volta la spinta di fondo non è il denaro, ma una meta ultraterrena: per i calvinisti, paradossalmente, il successo nell’accumulazione di ricchezza diventa una conferma dell’ingresso in Paradiso. Un bisogno così intenso da ispirare le prime multinazionali con un obiettivo più terreno, quello del conseguimento di un profitto. Alla fine, però, sembra che il meccanismo si rovesci e Long parla di “mercato delle religioni globalizzate”: incapaci di sottrarsi alle suggestioni del marketing, ora i credenti scelgono percorsi personali e si affidano al tele-evangelismo.

Oggi di fronte al bisogno di religiosità di un mondo "nuovo", segnato dal vuoto di valori e dalla precarietà, dall'instabilità economica, è ancora possibile una morale, vale a dire un'arte della felicità?

Utilizzando le sue competenze di consulente internazionale di nuove tecnologie e la sua enciclopedica erudizione in tutti i rami del sapere, dalla storia alla filosofia, dalla scienza alla teologia, Long ci spinge a cercare il significato profondo delle nostre sempre più precarie esistenze anche in quella sorta di “anima collettiva” che è Internet. Ma, ancora una volta, la risposta alle nostre domande, anche riguardo la spiritualità, si cela tra le pieghe della nostra coscienza...

 

 

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