Amnesty International - Rapporto sulla pena di morte nel mondo nel 2010

Il 19 marzo 2010, quando la madre di Andrei Zhuk è andata nel carcere del Minsk, la capitale della Bielorussia, per portare del cibo al figlio condannato a morte per omicidio, le è stato detto di tornare indietro, di non andare più a fargli visita e di aspettare una notifica del tribunale. Tre giorni dopo, è stata informata che suo figlio e un altro detenuto nel braccio della morte erano stati uccisi con un colpo alla nuca e che il corpo non le sarebbe stato restituito né le sarebbe stato detto dove era seppellito.
Come documenta il recente rapporto di Amnesty International sulla pena di morte nel mondo nel 2010, la Bielorussia non è stata sola nella triste classifica dell'omicidio di stato. Decapitazione, impiccagione, fucilazione, iniezione letale e sedia elettrica: la mano del boia nel 2010 si è resa responsabile, secondo i dati ufficiali, di 527 esecuzioni in altri 22 stati, senza contare le migliaia di esecuzioni probabilmente avvenute in Cina, dove la pena di morte è ancora un segreto di
stato. Insieme alla Cina, Iran, Corea del Nord, Arabia Saudita, Stati Uniti d'America, Yemen, sono stati tra i paesi che più frequentemente hanno fatto ricorso alle esecuzioni. (...)

L'articolo:

http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4690?utm_source=Newsletter&utm_medium=Email&utm_campaign=Aprile2011

Sull'argomento:

http://lepersoneeladignita.corriere.it/2011/05/28/macabre-esecuzioni/#more-38

Rapporto:
http://www.amnesty.it/dati_pena_di_morte_nel_2010

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